Bea Italia Festival 2024. Gli eventi, se veramente inclusivi, permettono di creare una piattaforma esperienziale che perdura nel tempo

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A confrontarsi sul palco della kermesse targata ADC Group, Francesca Vecchioni, Arianna Baldanzi e Marco Zambaldo fornendo pratiche inclusive ed esempi virtuosi di eventi che hanno saputo interpretare a pieno il concetto di diversity.

Mentre nel mondo della comunicazione l’inclusività è ormai un requisito fondamentale, nel settore degli eventi sembra non essere ancora una priorità. Il tema è stato approfondito nella giornata dedicata ai contenuti del BEA Italia Festival 2024 durnate il panel intitolato “Qui c’è spazio: un viaggio nel mondo degli eventi inclusivi“. 

A introdurre il tema è stata Laura Corbetta, CEO & Founder, YAM112003, presentando la notizia pubblicata da USA Today inerente al caso di Walmart. La più grande azienda privata degli Stati Uniti ha infatti deciso di dismettere tutte le pratiche DEI chiudendo il centro di equità raziale che aveva aperto nel 2020 dopo l’omicidio di George Floyd. 

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per le aziende

 

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Walmart è solo l’ultima di una lunga serie di aziende americane, come Harley Davidson, John Deere, Budweiser, Ford, Lowe’s, che han deciso di dismettere le pratiche DEI a causa del nuovo clima politico creatosi dopo l’elezione di Donald Trump.

Oggi la DEI rappresenta sempre di più una dimensione strategica imprescindibile per le aziende, capace di creare attrazione, engagement dei talenti, ambienti che stimolino la creatività, innovazione, e infine la preferenza dei clienti e dei consumatori“, spiega Corbetta.

A farle seguito è Francesca Vecchioni, President & Founder, Diversity: “Non esiste una minoranza della diversity, ogni gruppo che ha a che fare con la diversità rappresenta una grande fetta della popolazione. Secondo dati Eurostat, il 24% delle persone in Europa hanno una qualche forma do disabilità, visibile o invisibile. Lavoriamo da 15 anni dentro le aziende e la nostra esperienza attesta il fatto che la diversity può far paura a chi non la conosce“.

Arianna Baldanzi, Manager of creativity & contents, Fastweb, sottolinea il dovere delle aziende di sintonizzarsi con il presente, mettendosi in ascolto e agendo attraverso attivazioni e azioni concrete. Ne è un esempio il podcast realizzato in collaborazione con Brand Stories, agenzia specializzata in brand storytelling e branded entertainment, intitolato “Have a nice DEI“. Un racconto corale realizzato da Schwa e brandstories, nato da un’idea di Helen Nonini, Founder & CEO di Schwa, che unisce importanti brand e 27 rappresentanti del mondo delle istituzioni insieme ad atleti, artisti, attivisti, scrittori e content creator.  

Altro esempio virtuoso l’evento Netflix presentato alle live presentation del BEA Italia Festival 2024 intitolato Première “Tutta la luce che non vediamo” realizzato dall’agenzia YAM112003. 

L’evento ha visto la partecipazione di circa 300 invitati, di cui 250 con disabilità cognitive, sensoriali e motorie. Oggi non basta una pedana, l’evento deve essere totalmente accessibile dal momento in cui si manda un answer the date. Queste accortezze trasformano l’evento in un modello virtuoso, replicabile. Ad oggi è impossibile riuscire a creare un evento inclusivo se non si mettono al tavolo le persone per disegnarlo. Devono esserci figure competenti, che siano rappresentanti del gruppo sottorappresentato“, spiega Francesca Vecchioni.

Le fa eco Arianna Baldanzi, che sottolinea l’importanza di eventi come il BEA per condividere esperienze e approcci differenti per incentivare una contaminazione positiva. 

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Spazio anche a Uniting Group con Marco Zambaldo, Executive, Creative, Strategic Director che ha portato l’esempio della Run for Inclusion, la maratona inclusiva giunta quest’anno alla sua terza edizione. “Gli eventi non sono un momento celebrativo, ma un qualcosa che ci permette di creare una grande piattaforma esperienziale che possa durare tutto l’anno“. 

In conclusione Vecchioni ha presentato il progetto Diversified, un’iniziativa rivoluzionaria nell’ambito dei media e dell’entertainment che consiste in un database che raccoglie tutti i curriculum di persone appartenenti a gruppi sottorappresentati che vogliono lavorare nel settore audiovisivo on e off screen.

Lorenzo Rocca



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