Mancette, fondi rimpolpati, battaglie da intestarsi. Non sono più i tempi dei grandi assalti alla diligenza, e però lo sbarco in commissione della manovra resta sempre il momento in cui finalmente ai partiti, dotati ciascuno di un proprio piccolo fondo, è concesso un momento sotto i riflettori
C’è un po’ di tutto. Centomila euro per promuovere il gelato artigianale, fondi per garantire sconti fiscali a chi produce birra artigianale, detassazione fino al 30 per cento per le mance ai camerieri nei ristoranti e nei bar, un bonus elettrodomestici. E ancora: un piccolo stanziamento per i 2.500 anni di Napoli, 15 milioni di euro per la filiera tessile, dieci per portare lo psicologo nelle scuole e tre per istituire un fondo per l’obesità. La lista dei micro emendamenti alla legge di Bilancio approvati ieri dalla commissione di Montecitorio è una giostra colorata, piena di intarsi, vetri e pietruzze sfavillanti. Ci si può trovare dentro qualunque cosa. Mancette, fondi rimpolpati, battaglie da intestarsi. Non sono più i tempi dei grandi assalti alla diligenza, e però lo sbarco in commissione della manovra resta sempre il momento in cui finalmente ai partiti, dotati ciascuno di un proprio piccolo fondo, e persino ai singoli parlamentari è concesso un momento sotto i riflettori in cui sentirsi importanti e poter rivendicare con qualche milioncino piccole, ma significative vittorie.
Questa mattina la conferenza dei capigruppo deciderà l’iter in Aula della manovra: obiettivo approvarla entro venerdì, per avere entro il 28 dicembre anche l’approvazione del Senato. Ieri pomeriggio intanto la commissione ha concluso l’esame degli emendamenti. Approvandone un buon numero e scatenando l’indignazione del capogruppo del Pd Ubaldo Pagano: “Sta andando in scena uno spettacolo indecoroso. I conti sono fuori controllo. Più che in commissione, sembra di stare in un suk”. Ciascun partito ha avuto la grande occasione per piantare la sua bandierina. E così il M5s può esultare per il “fondo a sostegno delle imprese dell’indotto dell’Iva”. Mentre i renziani di Italia viva rivendicano l’aumento di 2,2 milioni di euro della dotazione del fondo per la cybersecurity e l’intelligenza artificiale nelle pa. Noi moderati festeggia per gli 1,5 milioni per gli oratori. E si potrebbe andare avanti.
La cosa di cui sono più fiere le opposizioni è lo stanziamento per la stabilizzazione di 300 precari del Cnr con quasi dieci milioni l’anno. Una vittoria consistente, più che una mancetta, che convince Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni a diramare una nota congiunta: “Il nostro impegno ha ottenuto un primo risultato”. Ma ci sono soddisfazioni ben più minute anche per i singoli parlamentari. Andrea Crisanti, già virologo star ai tempi della pandemia, oggi senatore eletto con il Pd nel collegio Europa, rivendica un aumento di un milione di euro del fondo per i comites, i comitati degli italiani all’estero. Andrea De Maria, deputato molto vicino a Stefano Bonaccini, esulta per i 700 mila euro ottenuti per finanziare iniziative sulla Resistenza e 300 mila per la Casa museo Giacomo Matteotti a Rovigo. Sarà perché uno dei suoi uomini forti è Riccardo Ricciardi, prima che deputato attore, ma il M5s si scopre il partito dei teatri. Anna Laura Orrico riesce a far approvare 2,5 milioni per il teatro urbano, mentre Raffaele Bruno ha ottenuto un piccolo finanziamento per promuovere l’attività teatrale nelle carceri. Il cinema invece mette d’accordo il vulcanico presidente della commissione Cultura di FdI Federico Mollicone e l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, oggi presidente di Anica. L’emendamento di Mollicone cancella la previsione di una parziale proprietà dello stato delle opere cinematografiche finanziate con incentivi fiscali. “Una soluzione equilibrata”, ha commentato Rutelli. Ma c’è spazio anche per i parlamentari dei partiti di governo. Monica Ciamburro, deputata di FdI, rivendica l’approvazione di un emendamento per i comuni sotto i mille abitanti in dissesto finanziario. Mentre FI si attribuisce il merito del fondo per l’obesità e il leghista Alberto Gusmeroli del bonus elettrodomestici.
Non poteva mancare poi l’emendamento che fa a scrivere al Quirinale. Riguarda la caccia e lo ha proposto FdI. Le associazioni ambientaliste lo vedono come fumo negli occhi e hanno immediatamente inviato una missiva al presidente Mattarella per “segnalare le gravi incostituzionalità contenute in un emendamento che affida a un organo politico il compito di emanare pareri per rendere cacciabili animali oggi protetti”.
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