Codice della strada, i test antidroga della polizia non rilevano fentanyl e metadone

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 


I test antidroga utilizzati dalle forze dell’ordine italiane e previsti dal nuovo Codice della strada possono rilevare una “canna” fumata due giorni prima, ma sarebbero completamente ciechi davanti a sostanze ben più pericolose come il fentanyl o il metadone. La falla emerge proprio mentre entra in vigore il nuovo testo, che dal 16 dicembre 2024 fa scattare le sanzioni sulla base della sola positività al test: una stretta voluta fortemente dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che rischia di essere vanificata dai limiti tecnici degli strumenti di controllo. Il cuore del problema sta nell’articolo 187, che elimina il riferimento allo “stato di alterazione psico-fisica” per chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Ora, la sola positività al test comporta conseguenze legali, anche se l’assunzione risale a giorni precedenti e non vi sono segni di alterazione.

Gli strumenti del controllo

Il nuovo Codice della strada ha spinto le autorità a potenziare gli strumenti per i controlli antidroga su strada. Ma l’aspetto più rilevante riguarda la scelta di dotare le forze dell’ordine di due sistemi di controllo diversi tra loro. La Polizia stradale, infatti, ha puntato sul sistema SoToxa, con un investimento – secondo il documento ufficiale della Direzione centrale della polizia stradale – di 167mila euro per 241 dispositivi forniti dalla società Abbott Rapid Diagnostic. Si tratta di uno strumento che analizza i campioni di saliva cercando sei diverse sostanze: anfetamine, benzodiazepine (farmaci che influiscono sui riflessi), cannabis, cocaina, metanfetamine e oppiacei. Ogni dispositivo, secondo le specifiche tecniche, può memorizzare oltre 10.000 risultati, permettendo così di conservare uno storico dei controlli effettuati. Per i Carabinieri, invece, la scelta è caduta sul DrugWipe 5S, acquistato in quantità molto maggiori: oltre 50.000 unità. Un’inchiesta del Fatto Quotidiano ha messo in luce le differenze tecniche tra i due sistemi. Il DrugWipe non solo non rileva le benzodiazepine, ma opera con soglie di rilevazione diverse: per la cannabis, ad esempio, indica la positività a 10 nanogrammi per millilitro di saliva, mentre il SoToxa richiede una concentrazione di 25 nanogrammi.

Questa differenza nelle soglie di rilevazione solleva questioni tecniche rilevanti per l’applicazione del nuovo Codice della strada dato che la differenza tra i due sistemi può portare a risultati non uniformi sui controlli. Inoltre i manuali di entrambi i dispositivi (DrugWipe 5S e SoToxa) specificano che si tratta di test di screening preliminare, che richiederebbero una conferma attraverso analisi di laboratorio più approfondite. Analisi che, però, non sono disponibili durante i normali controlli su strada.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Il paradosso dei test

Le criticità del sistema di controllo emergono con chiarezza da uno studio dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. La ricerca, basata sull’analisi di 292 pazienti del Servizio per le Dipendenze patologiche e citata dal Fatto Quotidiano, ha rivelato un problema di fondo: i test possono risultare positivi anche molto tempo dopo che gli effetti della sostanza sono svaniti. Il thc, il principio attivo della cannabis, viene rilevato fino a “48 ore dal consumo”, mentre tracce di cocaina e oppiacei possono essere individuate addirittura dopo “96 ore”.

La situazione diventa ancora più preoccupante quando si parla di nuove droghe. I test in dotazione alle forze dell’ordine non sono in grado di rilevare il fentanyl, un oppioide sintetico che l’Università La Sapienza di Roma definisce “circa 100 volte più efficace della morfina”. La stessa incapacità di rilevazione riguarda anche il metadone e la ketamina, sostanze che possono gravemente compromettere la capacità di guida. Lo studio bergamasco evidenzia tra i limiti del test SoToxa proprio “l’impossibilità di analizzare metadone, buprenorfina e fentanyl”. Il rischio di questa asimmetria è concreto. Da un lato, un automobilista che ha fumato una canna 48 ore prima e non è più sotto effetto di alcuna sostanza può entrare nel vortice delle sanzioni. Dall’altro, chi ha assunto fentanyl o altre droghe pesanti nelle ore immediatamente precedenti alla guida potrebbe superare indenne il controllo.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link