The Thing (arrivato in Italia con il nome di “La Cosa“) del leggendario registra John Carpenter (noto anche per Halloween – La notte delle streghe, 1997: Fuga da New York, Essi Vivono e una pletora di pietre miliari del cinema) del 1982 è – al pari di pellicole cinematografiche come Alien (che riceverà un adattamento tv il prossimo anno) e Evil Dead – un classico del genere horror. Il film con protagonista Kurt Russel non riuscì ad ottenere subito il successo sperato, non per la qualità intrinseca del film ma per una ragione ben precisa. L’anno 1982 vide l’uscita di altri due celebri film di fantascienza, Blade Runner di Ridley Scott e soprattutto E.T. l’extra-terrestre di Steven Spielberg. Quest’ultimo – infatti – oltre ad essere uno dei film di fantascienza ad aver incassato di più nella storia del cinema, aveva diffuso a livello globale un’immagine diversa rispetto a come altri prodotti rappresentavano gli alieni; una rappresentazione dolce e rassicurante, diametralmente opposta al terribile e quasi implacabile parassita (disposto a qualsiasi cosa pur di sopravvivere) presente in La cosa.
Sebbene il botteghino fu piuttosto ingeneroso per la pellicola, nel corso degli anni, comunque, La cosa è diventato un vero cult, grazie al mercato home video, e anche la stampa specializzata, riuscì a capirne le peculiarità e a rivalutarlo più che positivamente. Sul sito web Rotten Tomatoes, il film detiene l’85% di recensioni professionali positive e diverse altre testate, lo annoverano fra i migliori film horror mai realizzati. Insomma, La Cosa è riuscita ad ottenere i riconoscimenti che ingiustamente non aveva raggiunto all’uscita e, tralasciando il remake/prequel del 2011, che seppur divertente non raggiunge la qualità dell’originale, i prodotti a tema sono tantissimi. Fra attrazioni, fumetti e merchandising. Nel 2002 fu addirittura realizzato un videogioco survival horror intitolato La Cosa per PC, PlayStation 2, e Xbox, che funge da sequel agli eventi del film. Si è trattato di un tentativo di adattamento piuttosto riuscito sebbene in uno sparatutto di squadra in terza persona molto più ricco di azione. E ad essere onesti, l’ultima cosa che ci saremmo aspettati era che qualcuno – e nello specifico Nightdive Studios – rimasterizzasse questo gioco su licenza ufficiale ben 22 anni dopo.
Il gioco è attualmente disponibile per PC, PlayStation 5, Xbox e Nintendo Switch.
Versione testata: PlayStation 5
Il sequel che avremmo voluto
Chi vi scrive, non aveva idea di cosa aspettarci da The Thing: Remastered. Pur essendo fan del film e pur sapendo dell’esistenza dell’originale del 2002, non aveva mai giocato al gioco e si era limitato alla visione (qualche anno dopo), di alcuni video qua e là in rete. Atterrando nell’Avamposto 31 (Outpost 31) in Antartide, il gruppo e il nostro protagonista ha il semplice obiettivo di evacuare i sopravvissuti ed eliminare la minaccia. Niente di più semplice, ma come tenendo ben a mente cosa accade nel film, sapevamo cosa sarebbe accaduto una volta svoltato l’angolo (ci sono forme di vita aliene assassine mutaforma in giro, chi lo avrebbe mai detto, in grado di assumere le sembianze delle proprie vittime). Siamo chiamati ad indossare i panni del Capitano Blake, leader della squadra Bravo inviata alla struttura in Antartide per indagare sulle conseguenze del film originale, ma all’arrivo c’è soltanto morte e distruzione. La squadra – in men che non si dica – si ritrova alle prese con l’infezione parassitaria che prende il sopravvento sugli ospiti. Sebbene questo gioco segua direttamente il film, non è necessario averlo visto per goderselo. Ci sono molti riferimenti e, come sequel, risponde ad alcune domande, anche se alcuni potrebbero pensare che è proprio il mistero (mai svelato neanche nel finale) ad avere reso l’originale un film così iconico.
Nessuno è al sicuro!
Furono apportate alcune modifiche per fare in modo che il film potesse adattarsi perfettamente ad un videogioco. Ad esempio il meccanismo di mutazione/trasformazione è lievemente diverso ma calza a pennello e ben si adatta al titolo. C’è un mostro parassita che si “maschera” da vostro alleato, dando quel sentimento di paranoia (misto a terrore e ansia) persistente. L’ambientazione antartica gioca un ruolo fondamentale. Non è possibile rimanere fuori per troppo tempo, altrimenti c’è il rischio di morire assiderati. Mantenere la fiducia (il sistema si chiama fiducia/paura) nei compagni di squadra e stare attenti alle infezioni è il più grande punto di forza di The Thing, ed è questo connubio che fa funzionare l’intero gioco. Rimanere in situazioni stressanti con la squadra aumenterà il loro livello di stress, facendoli agire in modo più irregolare. Il loro comportamento può variare dal rannicchiarsi in un angolo, scappare, sparare selvaggiamente nella stanza o rivoltarsi completamente contro il giocatore. È un sistema che era avanti coi tempi e può creare alcuni momenti davvero frenetici e inaspettati. Personaggi che non avete mai preso in benché minima considerazione potrebbero essere stati infettati e – ben presto – si trasformeranno. Ad esempio, il sistema di infezione richiama quello della pellicola; controllando il sangue dei membri della squadra (o mostrando il proprio) è possibile individuare infezioni rivelando così l’invasore. Ogni membro della squadra ha una specializzazione, una barra della salute e un misuratore di fiducia. I medici curano la squadra, gli ingegneri possono riparare scatole di fusibili e così via. Sparargli accidentalmente farà decrescere la loro fiducia, curarli e dare loro delle armi la farà salire, così come il trucco di far “guardare il proprio sangue!” sopra menzionato.
Tuttavia, non sempre tutto funziona come dovrebbe, e questo è dovuto ad un design di gioco estremamente limitato. A parte le prime due/tre ore, passerete pochissimo tempo fuori al freddo. Anche i livelli (20 per la precisione) sono incredibilmente brevi (sebbene ci siano puzzle interessanti e obiettivi nuovi di zecca da completare), il che sta a significare che le vostre azioni e il modo in cui gestite la squadra non avranno alcun tipo di impatto a lungo termine. Indipendentemente da ciò, ci sono sicuramente momenti in cui il prodotto brilla, e a parte Aliens: Dark Descent, non sembra esserci altro sparatutto di squadra che gestisca abbastanza bene la meccanica dello stress.
Anche le meccaniche di gioco non sono affatto male; si tratta di una combinazione del classico stile di mira a blocco molto in voga nell’era della PlayStation 2, con un sistema di mira libera decisamente più moderno con tanto di modalità di mira in prima persona. Mirare ai nemici ora vi darà un soft lock-on, che funziona abbastanza bene mentre abbatterete orde di creature (più piccine). Nel frattempo, le mutazioni più grandi richiederanno che andiate ad infliggere abbastanza danni (utilizzando mitragliatrici ed esplosivi) da metterle in uno stato vulnerabile e finirle definitivamente con un lanciafiamme. Nel complesso, il gameplay è molto funzionale ed anche piuttosto intuitivo. Sono stati fatti alcuni sforzi per aggiornare i controlli e aggiungere alcune funzionalità che andassero a migliorare la qualità della vita e rendere l’esperienza più moderna. In termini puramente di difficoltà, il gioco non è particolarmente complicato, anzi. Pur settando un livello elevato di difficoltà, The Thing: Remastered sarà comunque generoso in termini di risorse. Forse la meccanica doveva essere bilanciata meglio, in quanto avrebbe sicuramente giovato all’esperienza.
Grafica e tecnica
Nightdive Studios ha fatto un lavoro eccellente (come sempre) rimasterizzando questo gioco di più di due decenni fa. Mantenere e preservare i classici è il loro pane quotidiano, e questo è un altro grande esempio delle capacità dello sviluppatore. La qualità delle texture (con tanto di supporto al 4K) e l’illuminazione risultano essere state notevolmente migliorate e aggiungono davvero tensione, credibilità e quella immersività necessaria per godersi il gioco. Non solo c’è il supporto a diverse feature odierne, come l’ultrawide completo. Il sound design, tuttavia, non regge altrettanto bene. Gli effetti sonori ambientali sono buoni e lo stesso vale per la musica. Ma il doppiaggio non è molto coerente con gli eventi che stanno accadendo. I personaggi possono passare dal panico alla calma in un attimo il che stona con la tematica e le situazioni di gioco.
Commento finale
Nightdive ha fatto un ottimo lavoro nel preservare e migliorare The Thing, un’esperienza decisamente più moderna e giocabile in grado di catturare l’essenza del film ma – purtroppo – non priva di qualche difetto. I livelli sono troppo brevi e gli scontri con i nemici, pur optando per un livello elevato di difficoltà, sono fin troppo semplici, complice anche l’abbondanza eccessiva di risorse. Al netto di quanto detto, The Thing: Remastered è stato comunque divertente da giocare ed è un ottimo modo per provare quello che il regista John Carpenter considerava il vero sequel canonico del film del 1982.
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