sospeso un ordine del giorno dei Verdi

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Un ordine del giorno sul futuro dell’Ippodromo La Maura ha rischiato di creare un cortocircuito nella maggioranza di centrosinistra che governa Milano. Il documento, presentato da Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara di Europa Verde, e firmato anche da Simonetta D’Amico del Pd, confermava come indirizzo politico ciò che il sindaco Beppe Sala aveva annunciato qualche settimana fa: acquisire la Maura, se la trattativa in corso tra il proprietario Snaitech e il possibile acquirente F3A Green (che ha firmato un preliminare) non fosse andata a buon fine.

Ma, criticato da alcuni consiglieri (di opposizione e anche di maggioranza), dopo una modifica accolta dal proponente, l’ordine del giorno è stato alla fine sospeso, su iniziativa del Pd, col chiaro intento di evitare che diventasse troppo ‘impegnativo’ per il sindaco. È successo quando Enrico Fedrighini, consigliere di maggioranza del gruppo misto, ha chiesto (e ottenuto da Gorini) di aggiungere che non venisse consentita alcuna nuova edificazione sulla pista Maura, dove sussiste il vincolo del Parco Sud ma non il vincolo monumentale come invece sulla pista Trenno, più a sud. A quel punto, il Pd ha “imposto” la sospensione della discussione e l’ordine del giorno è stato accantonato, con visibile delusione dei due consiglieri di Europa Verde. Una vicenda che dimostra quanto la maggioranza di centrosinistra a Palazzo Marino, sui temi ambientali, sia tutt’altro che coesa.

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Tommaso Gorini, nell’illustrazione, ha evidenziato il “lavoro dei comitati ambientalisti del nord-ovest nel corso degli anni per salvaguardare questo polmone verde accanto al Parco di Trenno”, e definito lo scopo dell’ordine del giorno: “Acquisirlo per farne un grande parco pubblico. Se questo è possibile, è grazie al lavoro dei comitati ambientalisti, che hanno permesso che nascessero vincoli su quelle aree, dunque adesso il Comune può esercitare un diritto di prelazione”.

Blindare la Maura da edificazioni: il Pd non gradisce

A stretto giro sono però arrivate le critiche. Da Enrico Marcora (Fratelli d’Italia): “Non si è mai visto che un’amministrazione compri un parco da un privato, addirittura per 20 milioni, come si vocifera. I parchi vengono piuttosto ceduti in cambio di qualcos’altro. Magari si fa un esproprio, un vincolo urbanistico. È nel potere del Comune fare imposizioni urbanistiche, ad esempio per far sì che non ci si costruisca niente”. Da Carlo Monguzzi (Europa Verde anche lui, ma autonomo in aula): “Io penso debba rimanere a verde, sono per aggiungere un vincolo più importante. Ma il sindaco ha già detto che avrebbe acquisito la Maura esercitando il diritto di prelazione: noi gli chiediamo di fare quello che lui ha già detto che avrebbe fatto. Mi sembra inutile”. 

Infine è intervenuto Enrico Fedrighini (misto, maggioranza), sottolineando che, mentre la prelazione si applicherebbe solo alla pista Trenno, sotto vincolo monumentale, “l’unico atto utile” sarebbe quello di impegnare l’amministrazione a mantenere integralmente tutelata la pista Maura, escludendo qualunque edificazione futura. Fedrighini ha proposto a Gorini di aggiungere questa integrazione, che è stata accettata scatenando la reazione di alcuni consiglieri del Pd, tra cui Bruno Ceccarelli, presidente della commissione rigenerazione urbana, che hanno fatto capannello attorno ai colleghi di Europa Verde e tra loro, finché la capogruppo del Pd Beatrice Uguccioni non ha chiesto di sospendere la discussione del documento.

Il futuro della Maura

Mentre la seduta proseguiva con altri ordini del giorno, Gorini, visibilmente deluso, si è trincerato nel silenzio, almeno a microfoni accesi. Fedrighini ha poi commentato che la contrarietà del Pd a “blindare” la pista Maura da ogni possibile edificazione può significare una sola cosa: “L’operazione di acquisto dei terreni della Trenno annunciata dal sindaco è direttamente collegata all’edificazione di una porzione della Maura”. Se così fosse, l’intento di F3A Green e quello del Comune di Milano non differirebbero nella sostanza: a fronte dell’apertura di un (grande) parco oggi chiuso al pubblico, si vorrebbe promuovere una variante al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Sud relativo al complesso della Maura per edificare qualcosa.

Che cosa nell’esattezza non è (ancora) dato saperlo. L’idea di F3A Green, già proposta in un’assemblea pubblica, si fonda su 130mila metri quadrati per ospitare poco più di 4mila nuovi abitanti, tra residenziale libero e sociale, ma i progettisti e i consulenti della società hanno sempre sottolineato che questo si farebbe solo con l’assenso degli attuali residenti nel quartiere. L’idea di Sala non è stata invece mai espressa fino a questo dettaglio. Il sindaco ha semplicemente parlato di acquisire l’area, con il diritto di prelazione riservato ai beni culturali sottoposti a vincolo, per dotare Milano di un parco (e qualcuno ci ha visto uno “scambio” in grande col Parco dei Capitani, poco lontano, che sarà cancellato per edificare il nuovo stadio di Milan e Inter. Anche perché una generica idea di riqualificare la Maura era stata inspiegabilmente inclusa nell’ordine del giorno di Pd e Riformisti sul nuovo stadio).

Le tensioni in maggioranza

La sospensione della discussione dell’ordine del giorno rinvia, per ora, il dibattito a gennaio. È ora possibile che Gorini ritiri il documento, rendendosi conto che il Pd non lo voterebbe più. Di sicuro, e non è la prima volta, la maggioranza di centrosinistra non si è presentata compatta in aula su un tema che riguarda la tutela del verde. Era già accaduto proprio sullo stadio, con il no di Europa Verde e altri consiglieri all’ordine del giorno che, avallando di fatto la richiesta di Milan e Inter, dettava alcuni paletti ai club. Per non dire della legge “Salva Milano”, strenuamente voluta da Sala e contestata dagli ambientalisti, o delle politiche sulla mobilità, a partire dai dati di Area B e Area C. Tanto che Francesca Cucchiara aveva replicato, intervistata da MilanoToday Dossier, alla “strigliata” di Sala (“tra due anni si vota e non si può dire sempre di no”), rivendicando che “ogni volta che abbiamo respinto una decisione della giunta, abbiamo sempre presentato una proposta alternativa”.

E, del resto, nella stessa seduta di giovedì si sono viste altre tensioni in maggioranza. Eclatante il caso della mancata costituzione in parte civile, da parte del Comune di Milano, al processo contro gli ex gestori del Cpr di via Corelli: un consigliere del Pd (Alessandro Giungi) ha annunciato che, d’ora in poi, pur restando in maggioranza, valuterà i provvedimenti uno per uno.   

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