Il 21 e il 23 dicembre 1944, 80 anni fa, dodici giovani partigiani reggiani, prigionieri dei nazisti, vengono assassinati a Vercallo dalle truppe tedesche che stanno occupando l’Italia. È una rappresaglia per la morte del capitano Volkmar Seifert, comandante dell’unità anti-ribelli ucciso proprio a Vercallo da due resistenti il 21 dicembre.
A 80 anni di distanza, ancora non si conoscono i nomi di tre dei ragazzi uccisi. I nomi incisi sulle targhe sistemate all’epoca non sono tutti corretti: otto riportano nomi di reali vittime, quattro quelli di partigiani morti in altri luoghi e in altri momenti. Uno dei quattro è stato identificato. Un’imprecisione forse inevitabile in quel periodo così caotico e complesso, in cui avere documentazioni certe non era facile, ancor più sui prigionieri e gli ostaggi catturati dagli occupanti nazisti spesso con la collaborazione di fascisti italiani.
Nell’anniversario, l’istituto storico Istoreco lancia un appello a tutte le persone e a tutte le famiglie che possano avere informazioni e memorie, dirette e indirette, della vicenda. E magari dettagli per dare un nome a quelle vittime.
Dicembre 1944 – dicembre 2024 80 anni fa: L’eccidio di Vercallo
Il 18 ottobre 1944 si stabilisce a Ciano il “Lehrstab für Bandenbekämpfung” sotto il comando del capitano Volkmar Seifert.
Questa unità speciale per la “lotta alle bande” partigiane, che svolge la sua attività all’interno delle forze della 14a Armata tedesca, conduce una feroce attività fondata sulla collaborazione con spie locali, rastrellamenti, arresti, torture e fucilazioni di partigiani o presunti tali. Le sue azioni si svolgono non solo nel reggiano ma anche nell’appennino parmense e al confine con le province toscane.
Il 20 dicembre, verso le 13, due partigiani del “distaccamento Beucci” della 26ª Brigata Garibaldi, di ritorno da un’azione sulla Via Emilia nella notte precedente, incrociano vicino a Vercallo, un borgo nel territorio di Casina non lontano da Cerredolo, una vettura tedesca di passaggio. I due partigiani aprono il fuoco.
Non ci sono morti, ma il capitano Seifert, che si trovava a bordo della macchina, rimane gravemente ferito e viene subito trasportato all’ospedale militare tedesco di Reggio Emilia. Grazie a questo assalto, i partigiani entrano in possesso di documenti importanti, trovati a bordo del veicolo, sul sistema di spionaggio tedesco adottato nella zona, con nomi e indicazioni.
Il 21 dicembre 1944 i nazisti tedeschi uccidono sul luogo dell’azione partigiana per rappresaglia cinque ostaggi prelevati dal carcere della loro sede a Ciano.
Sono i partigiani Arturo Gambuzzi, 22 anni, comandante del “distaccamento Cervi” della 144° Brigata Garibaldi, e Ido Beltrami, 30 anni, commissario politico dello stesso distaccamento. Altre tre vittime sono fino ad oggi senza nome. Inoltre viene ucciso a 100 metri di distanza, mentre cerca di allontanarsi dalla zona, Livio Cristofori, un civile di 25 anni.
Seifert però muore la mattina del 23 dicembre nell’ospedale reggiano e la storia non finisce qui. Lo stesso giorno, nello stesso luogo dove giacciono già 6 corpi nella neve i nazisti fucilano altre 6 persone: Jones Del Rio, 23 anni; Oliviero Bernieri, 54 anni; Elio Manzotti, 22 anni; Severino Uguzzoli, 28 anni; Ermete Conti, 38 anni; Ernesto Spallanzani, 24 anni. Sono tutti partigiani della 76° Brigata SAP.
L’APPELLO
Durante un passaggio con un gruppo dei Sentieri Partigiani, ci siamo accorti che sul monumento di Vercallo, posto sul luogo dell’eccidio, risultano 12 nomi di cui però 4 sono nomi sbagliati!
Si tratta di nomi di partigiani morti in altri luoghi e in altre date, a cui sono già dedicati appositi cippi al Monte Tesa e a Cerredolo dei Coppi.
A quel punto, Istoreco ha cominciato una ricerca sulla reale identità delle vittime e si è scoperto che ancora 4 delle 12 totali erano senza nome. In queste settimane abbiamo potuto individuare un primo nome di uno degli ignoti: Ido Beltrami, fucilato, appunto il 21 dicembre 1944.
Attraverso la consultazione di ulteriori fonti cercheremo nei prossimi mesi di scoprire finalmente anche i nomi degli altri 3 ragazzi uccisi, fino ad oggi dimenticati, per dare giusta memoria e dignità a tutte le vittime dell’eccidio di Vercallo.
Istoreco, dicembre 2024
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