Stipendi, investimenti, famiglie: Fugatti fissa le sfide del nuovo anno. «Dobbiamo continuare a investire anche nel sostegno alle famiglie»
Il giorno dopo il via libera del consiglio provinciale alla prima manovra finanziaria del suo secondo mandato, Maurizio Fugatti non trattiene un sorriso di soddisfazione. «Abbiamo approvato un bilancio record» sottolinea il governatore. Che non risparmia qualche frecciata all’opposizione («Sono sei anni che mi accusano di non avere visione, ma intanto il Trentino continua a crescere»). E rivolge già lo sguardo al 2025. Indicando le priorità: dai salari agli investimenti a favore delle imprese. Senza dimenticare il sostegno alle famiglie per provare a invertire il trend di denatalità che sta investendo anche il Trentino.
Presidente Fugatti, siamo alla fine del 2024: che anno è stato?
«Il 2024 ha registrato numeri importanti per il Trentino in termini economici. La nostra crescita è stata più alta rispetto ai territori confinanti. E questo non è scontato: è frutto, di fatto, della capacità del mondo del lavoro — dall’operaio all’imprenditore — di credere fortemente nella crescita del nostro territorio. Da parte nostra, abbiamo cercato di indirizzare le risorse del bilancio provinciale verso gli investimenti pubblici e verso la possibilità di stimolare gli investimenti privati. Perché il privato trentino ha molte capacità ed è giusto che l’ente pubblico provi a stimolalo. Una visione che ha portato ai risultati che oggi sono tangibili».
Fin qui gli aspetti positivi. Ma quali sono i settori nei quali si deve ancora migliorare?
«C’è un tema che tanti cittadini trentini vivono sulla loro pelle e che ci sta a cuore. Ed è quello della concorrenzialità del mondo dei redditi e del mondo dei salari. Un tema sul quale dobbiamo continuare a lavorare. In questi mesi non siamo rimasti fermi, sia chiaro: da una parte abbiamo avviato dei percorsi per mettere le imprese nelle condizioni di ottenere dei contributi, rispettando determinati livelli di contratto salariale. Dall’altra abbiamo rinnovato, per primi in Italia, il contratto pubblico. Azioni che hanno contribuito al sostegno al reddito».
Giovedì l’Aula ha approvato il bilancio. Con qualche inciampo: la giunta è andata sotto sull’ordine del giorno di Claudio Cia relativo alla dote finanziaria. Un segnale preoccupante?
«Direi di no. È stato semplicemente un errore da parte di qualche consigliere di maggioranza che non era abituato a votare contro un ordine del giorno di maggioranza. È stato un inghippo, ma non vedo grossi problemi per la coalizione. Ci sono discussioni, come è giusto che sia: questa è una maggioranza formata da più anime, diversa rispetto a quella della scorsa legislatura. Bisogna saperla gestire».
Le minoranze, nonostante l’accordo, hanno criticato la manovra. Cosa risponde?
«Ci accusano da sempre di non avere visione. Ma alla fine siamo ancora qui, anche dopo le elezioni. E con questa scarsa visione il bilancio provinciale è cresciuto, il Trentino ha avuto una crescita del Pil superiore agli anni scorsi. Questi risultati non sono frutto di scarsa visione, ma di una scelta chiara della giunta provinciale, che ha deciso di scommettere su alcuni temi precisi».
Il 2024, soprattutto nella parte finale, è stato segnato in particolare dall’inchiesta Romeo. Sulla quale è intervenuto più volte.
«Ripeto, fare politica non è facile: nell’operare delle scelte si può anche sbagliare. Per quanto ci riguarda, nel rapporto con le amministrazioni abbiamo sempre trovato serietà e correttezza di fondo».
C’è stato anche il caso della mafia degli alberghi.
«Ieri (giovedì, ndr) abbiamo siglato un’intesa con la Procura che si occupa anche di questo. E che nasce da lontano: avevamo stilato un protocollo d’azione nel 2021, un secondo nel 2022. Le istituzioni territoriali e statali, dunque, si erano già mosse. Per questo dico: quando succedono fatti come quelli che abbiamo visto negli ultimi giorni non significa che non ci si stata attenzione. Anzi: il fatto che siano venuti a galla denota esattamente il contrario».
L’anno in corso ha visto anche l’avvio dell’iter per la riforma dello Statuto.
«I tavoli tecnici sono finiti e credo che il lavoro fatto sia stato un buon lavoro. I tempi non sono stati rispettati, è vero. Ma lo scarto è di un mese, che in queste cose non è nulla. Ora la palla passa al tavolo politico: ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere ma il lavoro svolto finora è positivo».
Guardiamo al 2025: quali sono le priorità?
«La sfida principale è di continuare a garantire al Trentino un livello di crescita come quella attuale, al netto delle situazioni nazionali e internazionali che ovviamente condizionano la nostra economia: non possiamo non notare che il settore industriale, per motivi non legati al Trentino, sta avendo delle difficoltà. Ma se continuiamo con la politica degli investimenti, stimolando la parte privata, il bilancio provinciale — che ha raggiunto una quota record di 6,3 miliardi — può comunque reggere. Dobbiamo però continuare a investire anche nel sostegno alle famiglie: nella manovra abbiamo aumentato gli aiuti alle famiglie con figli e abbiamo avviato l’iter per sostenere gli anziani con pensioni minime».
Qual è il suo augurio ai trentini per queste feste?
«L’augurio di poter riuscire a cogliere le proprie aspirazioni, e di riuscire a svolgere la propria attività e la propria vita nel miglior modo possibile».
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