Capre, cani e persino insetti, sono questi i protagonisti di un ambizioso progetto scientifico che punta a svelare i segreti del comportamento animale di fronte a terremoti, eruzioni vulcaniche e altre calamità naturali. Attraverso l’uso di trasmettitori miniaturizzati, gli scienziati stanno infatti monitorando il comportamento, le reazioni e i movimenti di migliaia di animali, studiandoli direttamente dallo spazio grazie a un satellite dedicato che verrà lanciato il prossimo anno.
Fin dall’antichità , si raccontano infatti tante storie di animali che si comportano in modo strano poco prima di un terremoto. Tuttavia, attualmente non ci sono evidenze o prove certe che dimostrino che gli altri animali siano in grado di percepire in anticipo calamità naturali, ma Martin Wikelski del Max Planck Institute of Animal Behaviour, in Germania, e fondatore del progetto ICARUS, che da anni studia le migrazioni e i movimenti in massa degli animali in tutto il mondo grazie ai satelliti, vuole indagare più a fondo.
Prevedere i disastri naturali con l’aiuto degli animali
Wikelski ha recentemente raccontato al Guardian che gli animali potrebbero effettivamente rivelarsi sentinelle preziose per anticipare eventi come terremoti ed eruzioni vulcaniche. Secondo i primi dati raccolti dal progetto ICARUS coordinati dal ricercatore, le capre dotate di collari GPS monitorate sull’Etna, per esempio, sembrano essere più nervose e riluttanti a spostarsi verso i pascoli più alti prima di un’eruzione. Analogamente, anche in Abruzzo, sono stati registrati comportamenti apparentemente insoliti da parte di pecore e cani da pastore.
L’idea che gli animali possano percepire i disastri naturali non è di certo nuova: già nel 373 a.C., lo storico greco Tucidide raccontava di ratti e serpenti che abbandonavano in massa la città di Elide prima di un terremoto. Oggi, nonostante non ci siano prove certe, questa possibilità potrebbe essere essere approfondita grazie alle nuove tecnologie. Piccoli trasmettitori digitali, dotati di GPS e accelerometri, consentono infatti di tracciare i movimenti degli animali in tempo reale, fornendo dati preziosi sulle loro reazioni agli eventi geologici.
Non è ancora chiaro se e come gli animali potrebbero percepire in anticipo certi cambiamenti ambientali precedenti a grandi eventi naturali. La maggior parte della comunità scientifica è molto scettica al riguardo, ma secondo Wikelski gli animali potrebbero reagire, forse, agli ioni rilasciati nell’aria dalle rocce soggette alle forti pressioni e ai movimenti tettonici precedenti a un terremoto o a un’eruzione. Ancora non lo sappiamo se sia effettivamente così, ma gli scienziati stanno indagando per provare a scoprirlo.
Non solo disastri: il progetto ICARUS per studiare i movimenti degli animali
Il progetto International Cooperation for Animal Research Using Space (ICARUS), non si limita però a studiare solo il comportamento degli animali di fronte alle calamità naturali. Le stesse tecnologie possono infatti aiutare a monitorare la diffusione di malattie tra i selvatici, come la peste suina africana, oppure a studiare le migrazioni di uccelli e insetti che viaggiano per migliaia di chilometri tra Europa e Africa. Inoltre, i dati raccolti potranno essere utilizzati anche per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici sugli animali.
Il sistema ICARUS punta a creare una rete globale di osservazione della fauna selvatica, con l’obiettivo di lanciare sei CubeSat, piccoli satelliti dedicati al monitoraggio del movimento degli animali. Collari, zainetti e altri tag satellitari “montati” sugli animali in tutto il mondo, possono finalmente permettere agli scienziati di raccogliere grandi quantità di dati su scala globale per tracciare migrazioni, spostamenti e altri comportamenti legati al movimento.
Queste nuove tecnologie, oggi più accessibili, economiche e meno impattati per gli animali marcati, rappresentano già una svolta nello studio del comportamento animale in risposta alle grandi sfide globali e potrebbero presto fornire dati e strumenti preziosi per proteggere meglio la biodiversità e, perché no, capire finalmente se cani, capre e altre specie, potranno aiutarci davvero a percepire l’arrivo imminente di un terremoto.
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