“Il 2024 anno difficile per l’agricoltura”

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Il bilancio nell’assemblea annuale di Cia Etruria: tarend negativo per l’ortofrutta, meglio il settore olivicolo

CECINA — Si è svolta l’assemblea annuale Cia Etruria presso l’Auditorium Verdi di Cecina alla presenza di molti imprenditori agricoli, del direttivo di Cia Etruria, del presidente regionale Valentino Berni e di Anna Rufolo di Cia nazionale.

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per le aziende

 

Il 2024 si è rivelato l’ennesimo anno difficile per l’agricoltura. Caratterizzati più da ombre che da luci, gli ultimi 12 mesi hanno infatti presentato il conto, altissimo, del cambiamento climatico che va a sommarsi alle altre criticità ad oggi ancora irrisolte, nonostante le molte proteste, tra cui quella dei trattori con cui è iniziato l’anno che volge al termine. “Inoltre – ha sottolineato Mauro Cavallini, direttore Cia Etruria – i dati Istat scattano la fotografia di un paesaggio sempre più scevro di aziende agricole, un fattore che va ad impoverire il settore e lo stesso territorio che resta privo di presidio”. 

Tra il 2010 e il 2020 sono diminuite le aziende agricole in tutta Italia di poco oltre il 30% (- 487mila) e in particolare nella regione Toscana del -28,3% passando dalle 72.686 del 2010 alle 52.146 del 2020. 

“Ancora una volta – ha detto Cinzia Pagni, presidente CIA Etruria – registriamo molti terreni abbandonati tra Livorno e Pisa e se ciò accade è perché la remunerazione è sempre più bassa. I risultati economici delle singole aziende si attestano inferiori ai costi di produzione, non a caso hanno chiusi i battenti persino aziende che hanno fatto recentemente investimenti importanti. Entrando nel dettaglio – ha evidenziato – il settore oleario ha conosciuto un’annata migliore di quella precedente ma con una scarsa resa dovuta alle intense piogge che hanno gonfiato le olive di acqua, anche il settore viticolo è migliorato rispetto al 2023 dovendo tuttavia sopportare costi di produzione sempre più ingenti”. 

Trend negativo per l’ortofrutta dove lo stress climatico (tra periodi siccitosi ed altri eccessivamente piovosi) ha inciso negativamente così come per il pomodoro da industria (l’Italia si conferma leader mondiale nell’export ma in netto calo rispetto a USA e soprattutto alla temibile Cina) per il quale si sono registrati anche problemi con l’industria di trasformazione. Per non parlare di un altro fiore all’occhiello come la zootecnia, ormai considerato in via d’estinzione. “Per questo motivo – ha sottolineato Pagni – la Confederazione ha redatto un documento base L’agricoltura al bivio le cui priorità sono: acqua, aree interne, filiere agroalimentari e lavoro agricolo ma- ha aggiunto- occorrono scelte urgenti anche da parte delle istituzioni”. 

Dall’assemblea è emersa la netta sensazione che l’agricoltore debba continuare a confrontarsi con eccessiva burocrazia e carenza di rispetto, come evidenziato anche dal presidente Berni, dovuta alla scarsa percezione del ruolo fondamentale che riveste. Non solo come produttore di cibo ma anche come guardiano dell’ambiente.





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