Per raccolta e smaltimento prezzi alle stelle. L’idea di un nuovo bonus per sterilizzare i rincari
In tre anni il disavanzo del Comune di Napoli si è ridotto del 21%, passando dalla cifra monstre di 5 miliardi a poco meno di quattro. Per il prossimo triennio — 2025-2027 — l’obiettivo di Palazzo San Giacomo è di «recuperare ulteriori 562 milioni, che graveranno mediamente per 187 milioni l’anno»; soldi che si aggiungono ad ulteriori 600 milioni per il debito finanziario. Sono i numeri del bilancio di previsione 2025 che l’assessore alle Finanze, Pier Paolo Baretta, ha portato in giunta per il via libera al documento che da quest’anno si approva entro dicembre. Mentre a gennaio ci sarà il voto del consiglio comunale. Ma è a marzo, quando ci sarà l’assestamento di bilancio, che un ulteriore nodo verrà al pettine: quello dell’aumento della Tari, al momento scontato, atteso che il costo del servizio rifiuti «è cresciuto di ulteriori 10 milioni».
Soldi che dunque verranno inseriti nelle bollette dei napoletani. A meno che, come pare possibile, non si decida di utilizzare nuovamente la tassa di soggiorno, come fatto lo scorso anno, che ha permesso di neutralizzare in parte gli aumenti medi con un bonus di 32 euro riconosciuto a chi era in regola con i pagamenti. Baretta ha spiegato infatti che, nel precedente bilancio, a proposito della Tari, a fronte di un «necessario adeguamento delle tariffe, che erano ferme da 4 anni, abbiamo provveduto, a sterilizzare l’aumento previsto attraverso una copertura a carico del bilancio di ca 4 milioni». Erogando quindi «un bonus ai contribuenti in regola coi pagamenti, in compensazione dell’incremento dei costi energetici per circa 7,5 milioni». L’assessore ha però demandato la decisione alla discussione in aula per valutare come — e se — si riuscirà a sterilizzare, in tutto o in parte, gli aumenti anche per il 2025. Pare si possa far ricorso nuovamente agli introiti della tassa di soggiorno, forti anche dei circa 9 milioni di gettito in più previsti nell’anno del Giubileo. Ma ovviamente, l’aula potrebbe decidere di usare in tutto o in parte l’extragettito versato dai turisti. Si vedrà.
Ma ovviamente, l’eventuale «bonus 2025» non si aggiungerebbe a quello 2024, con la tariffa di partenza che sarebbe da considerare al netto dei 32 euro percepiti e «scalati» quest’anno dai bollettini Tari solo a chi in regola con i pagamenti. Ecco perché, se pur l’aumento Tari si riuscisse a mitigare con un nuovo bonus, con i costi del ciclo rifiuti da caricare per legge in bolletta la tariffa crescerebbe certamente. La giunta, per ora, non ha preso alcuna decisione gettando la palla al Consiglio comunale, che a marzo dovrà fare una manovra correttiva. Sperando però che, da subito, qualcuno al Comune decida di affrontare la questione impianti, senza i quali il costo del ciclo dei rifiuti cresce costantemente di anno in anno. E a Napoli la Tari è già la più alta tra le grandi città italiane.
La giunta ha poi valutato «entrate» e «uscite». Per le prime, ci sono i 204 milioni incassati dall’Imu; i 262 dalla Tari (con residui per 580; i 107 milioni arrivati dall’addizionale Irpef; e i 13,5 dei diritti di imbarco. Poi ci sono 21,5 dell’imposta di soggiorno e 16 dei servizi a domanda individuale. Costi ai quali si aggiungono quelli «finanziati dal Pnrr, per 431 milioni, oltre 90 dal Fondo pluriennale vincolato; e per 1,5 miliardi per tutti il resto delle voci, di cui 90 milioni dal precedente prestito Bei da 45 milioni, a cui si aggiungono recuperi di mutui non esauriti e altri finanziamenti per un complesso di oltre 100 milioni che daranno vita ad un Piano Straordinario di Investimenti per manutenzione strade, Erp, Verde, patrimonio monumentale, servizi sociali». Dal nuovo anno comincia invece la riduzione dei conferimenti del Patto per Napoli: si passa dai circa 150 a 116 nel 2025, che diventeranno 46 nel 2026.
A proposito del Patto pe Napoli, quest’anno in cassa sono arrivati 15,7 milioni per l’accordo con Invimit. Non si prevedono introiti nel 2025, cosi spiega Baretta. Mentre 10,5 milioni sono previsti in bilancio per la doppia annualità 2026-2027. La manovra di assestamento avrà dunque due priorità: la gestione dell’incremento dei costi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti; e l’emergenza Vele, in relazione allo sgombero delle famiglie e al loro sostegno costi indiretti dell’abbattimento al momento non quantificati. Il nuovo anno sarà poi quello delle celebrazioni per il compleanno della città: finora in bilancio ci sono stati iscritti 250 milioni, altri fondi giungeranno dal ministero degli Esteri e da quello della Cultura.
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