Tutte le volte che Israele ha cambiato i propri confini

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Con la recente occupazione di parte del territorio al confine con la Siria, Israele ha nuovamente cambiato i propri confini per via militare. Dall’anno della sua fondazione, il 1948, buona parte dei confini dello stato di Israele è stata modificata e ancora oggi rimane provvisoria, illegale o non legalmente definita. Queste modifiche sono state tutte generate dalle guerre che Israele ha combattuto nel corso dei decenni con i paesi vicini, e dai trattati e dagli accordi che via via sono stati stipulati. Ecco i passaggi principali.

1948
Lo stato di Israele fu fondato nel 1948 sulla base di un piano dell’ONU, la risoluzione 181, che prevedeva una spartizione del territorio della Palestina tra ebrei e palestinesi. Il piano prevedeva che il 56 per cento del territorio fosse dato agli ebrei, il resto ai palestinesi. Gerusalemme sarebbe stata governata direttamente dall’ONU e sarebbe rimasta territorio neutrale.

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La leadership israeliana accettò la proposta dell’ONU, ma quella palestinese no. Nei giorni successivi alla dichiarazione di indipendenza israeliana una coalizione di stati arabi solidali con la causa palestinese – l’Egitto, l’Iraq, la Giordania (che allora si chiamava Transgiordania) e la Siria – attaccarono lo stato di Israele appena nato da tutti i fronti. L’esercito israeliano si difese e anzi contrattaccò, conquistando grandi porzioni di territorio che l’ONU aveva attribuito ai palestinesi. Alla fine della guerra, nel luglio del 1949, Israele controllava il 72 per cento del territorio della Palestina (contro il 56 previsto dall’ONU). Centinaia di migliaia di palestinesi furono costretti con la violenza a lasciare le proprie case, in quello che fu l’inizio della nakba (“catastrofe” in arabo).

La linea di demarcazione tra Israele e i paesi arabi confinanti che fu stabilita dopo l’armistizio fu chiamata “Green Line”. Quella linea è ancora oggi parte del dibattito sul conflitto israelo-palestinese. Quando i paesi arabi dicono che Israele dovrebbe ritirarsi dai territori occupati e tornare ai “confini del 1967”, fanno riferimento ai confini stabiliti dalla Green Line, che escludono Cisgiordania, Striscia di Gaza e alture del Golan, conquistati dopo il 1967, come si vedrà nel prossimo punto.

1967
Nel 1967 Israele conobbe il suo periodo di massima espansione territoriale dopo la guerra dei Sei giorni: nella primavera del 1967 Egitto, Siria e Giordania sembravano pronti ad attaccare ancora una volta Israele ma l’esercito israeliano li anticipò con un attacco preventivo devastante. La guerra cominciò il 5 giugno, e il 10 giugno Israele aveva già sconfitto gli stati arabi e conquistato l’intera penisola del Sinai, Gerusalemme est, la Cisgiordania, la Striscia di Gaza e le alture del Golan, al confine con la Siria.

1974
Dopo la guerra dello Yom Kippur del 1973, gli anni Settanta furono per Israele un periodo di sistemazione dei propri confini, che portarono a una configurazione simile a quella di oggi. Nel 1974 stipulò un accordo con la Siria per cercare di sistemare la questione delle alture del Golan conquistate nel 1967.

L’accordo prevedeva che tra il territorio occupato da Israele e la Siria fosse creata una “zona cuscinetto” di circa 400 chilometri quadrati, che sarebbe stata pattugliata dalla missione UNDOF (Forza di disimpegno degli osservatori delle Nazioni Unite) per evitare conflitti tra le due parti. Il confine dal lato israeliano della zona cuscinetto si chiama linea Alpha, mentre il confine dal lato siriano si chiama linea Bravo.

1978
L’accordo più importante fu quello stipulato con l’Egitto tramite gli accordi di Camp David. Il presidente egiziano Anwar Sadat e il primo ministro israeliano Menachem Begin stabilirono che Israele si sarebbe ritirato dalla penisola del Sinai e l’Egitto sarebbe diventato il primo paese arabo a riconoscere lo stato israeliano.

1981
Nel 1981, Israele annetté unilateralmente la porzione di alture del Golan sotto il proprio controllo. Secondo la comunità internazionale quel territorio appartiene ancora alla Siria. Nel 2019 l’amministrazione statunitense di Donald Trump riconobbe l’annessione israeliana.

1982
Nel 1982 Israele invase il sud del Libano per la seconda volta (la prima era stata nel 1978) e lasciò il paese soltanto 18 anni dopo, nel 2000. Al momento del ritiro, però, il governo israeliano non fu in grado di trovare un accordo con il governo libanese su dove tracciare una linea di confine. L’ONU stabilì quindi una linea di demarcazione provvisoria, che avrebbe dovuto essere discussa ma che è rimasta tale da allora.

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– Leggi anche: Tra Israele e Libano non esiste un confine

1993
Il 13 settembre del 1993 furono ratificati gli accordi di Oslo, con cui per la prima volta Israele e Palestina si riconobbero come legittimi interlocutori. Gli israeliani garantirono alla nuova Autorità Nazionale Palestinese (cioè al governo dei palestinesi) il controllo su parte della Cisgiordania, ma continuarono a occupare Gaza.

Negli anni, Israele non ha mai annesso formalmente la Cisgiordania, ma tra le altre cose ha mantenuto il controllo militare di gran parte del suo territorio. Questo controllo si è esteso nel tempo, mano a mano che gli israeliani fondavano colonie su un territorio che per la stragrande maggioranza della comunità internazionale appartiene ai palestinesi. Oggi i coloni israeliani in Cisgiordania sono più di 700 mila.

2005
Dopo quasi quarant’anni di occupazione, nel 2005 Israele si ritirò unilateralmente dalla Striscia di Gaza, con quello che fu definito il “disimpegno”. Il 12 settembre, quando l’ultimo soldato israeliano lasciò la Striscia, il territorio passò sotto il completo controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese. Dopo elezioni e una guerra civile, nel 2007 il controllo della Striscia di Gaza passò a Hamas.

2023-2024
Con l’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, a seguito dell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, Israele ha di nuovo ridisegnato i propri confini. Ha invaso la Striscia di Gaza, e anche se la guerra è ancora in corso si prevede che anche in seguito manterrà una qualche presenza quanto meno militare nel territorio. In particolare, nelle ultime settimane Israele ha portato avanti un’operazione ampia nel nord della Striscia, dove ha distrutto edifici civili e infrastrutture, e dove l’esercito sembra intenzionato a non far tornare i civili palestinesi che ha rimosso forzatamente. Sta anche costruendo delle strade militari che tagliano la Striscia trasversalmente, che dividono il territorio in vari settori e consentono all’esercito un intervento rapido in qualunque punto dell’area.

Nell’ottobre del 2024 Israele ha invaso il Libano, e anche se è stato raggiunto un cessate il fuoco il ritiro dell’esercito israeliano dal paese non è ancora completo.

A dicembre, con la fine del regime siriano di Bashar al Assad, Israele ha occupato la “zona cuscinetto” al confine con la Siria.

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