F1 2024 – Alpine: l’azzeramento e l’ingaggio del curatore fallimentare
Abbiamo iniziato la stagione assistendo al fallimento della gestione di Luca De Meo, che ha coinvolto molti fronti: piloti, vettura, power unit, licenziamenti – tra cui non il suo – il cui epilogo è stato l’assunzione del curatore fallimentare, Flavio Briatore.
Se a inizio stagione si pensava che dal fondo si potesse solo risalire, avvicinandoci alla fine abbiamo constatato che il fondo si è ulteriormente scavato con la cacciata di Esteban Ocon alla penultima gara del campionato. Incomprensibile. Deprecabile la scelta di passare alle Power Unit Mercedes, lasciando così a casa onesti lavoratori.
Red Bull: lo scandalo Horner e l’addio di Newey
Molto si è detto e scritto sullo scandalo Horner; pochi sono stati i fatti. Probabilmente qualche accordo economico è stato raggiunto, con la signora Horner costretta a presentarsi ai weekend per dare l’immagine di una coppia solida. Una vicenda poco edificante per i tempi che corrono. Perdere Adrian Newey è stato il colpo di grazia. La sua assenza si nota già ora e probabilmente sarà ancora più evidente in futuro.
Va comunque dato merito al trio Horner-Newey-Marko di aver sviluppato e portato alla vittoria una squadra non convenzionale, senza alcuna tradizione nel motorsport, portando una ventata nuova – e sana – al movimento. I mondiali di Max Verstappen, specialmente il primo del 2021, sono stati il compimento di questo lavoro insieme. E forse la fine naturale di questo progetto condiviso. Il futuro è tutt’altro che roseo, ma sono le regole del gioco.
F1 2024 – Adrian Newey: gli insiders
Una menzione speciale va agli insiders che hanno profetizzato l’arrivo di Newey a Maranello. Un arrivo che non si concretizzò quando la Ferrari investiva seriamente per vincere i mondiali, figuriamoci ora, quando l’investimento più significativo è stato quello di creare una linea di moda – tra l’altro brutta.
Da alonsista quale sono, faccio ancora fatica a credere che ora disegnerà le auto di Aston Martin; il mio inguaribile “ottimismo” mi fa presagire che quelle in Aston Martin potrebbero anche essere le macchine più lente dell’intera carriera di Newey. Speriamo che non perda l’ispirazione.
Quanto agli insiders, è stato divertente leggere i salti carpiati fatti per cercare di far dimenticare le sparate fatte. Però consolatevi, Marc Genè ha detto che tutto sommato è più contento di avere Hamilton piuttosto che Newey. Un Hamilton così demotivato che in Qatar ha ammesso con tristezza di non essere più veloce ed efficace in qualifica, notoriamente il suo più grande pregio. Ma chi si accontenta gode.
F1 2024 – Max Verstappen: oltre la macchina
Poche parole sono necessarie per descrivere Max in questa stagione. Siamo davanti a quel pilota che si manifesta ogni 20 anni; l’ultimo è stato Schumacher.
È mentalmente imbattibile, cattivo, cannibale, motivato, furbo, sicuro, impavido. Norris ha perso perché non ha lottato, e anche perché Verstappen non gliel’ha lasciato fare. I detrattori sono lì a sperare che il figlio (o la figlia) che nascerà gli faccia perdere mezzo secondo; io gli auguro di guadagnarlo.
Spera che suo figlio (o figlia) non sarà mai alla guida di una vettura di Formula Uno; lo sosterrebbe nel caso volesse, ma spera di no. Questa risposta fa capire tante cose e possiamo dire che oltre la pista Verstappen è qualcosa di più bello e interessante rispetto al ritratto stereotipato che vuole dipingere la stampa.
Numero uno.
Ferrari: Newey che si ferma a Modena sud, meglio un Hamilton oggi che un Newey domani, l’amicizia secondo Leclerc e Sainz, Leclerc l’uomo azienda, il 2025 insieme a Lewis, l’inconsistenza di Vasseur
Ferrari ha fatto più parlare di sé per ciò che accadeva fuori dalla pista piuttosto che per i risultati. L’orizzonte si sposta inevitabilmente al 2025 dopo l’ingaggio di Hamilton, che diventa il nuovo salvatore della patria.
Il 2025 sarà inevitabilmente un anno di svolta, col rischio di uscire ridimensionati nel caso in cui si perda il confronto col compagno di squadra; ciò vale sia per Leclerc che per Hamilton. Ricordiamolo: Lewis è tutt’ora il pilota dei 7 mondiali; il talento non va via di colpo, la motivazione a volte invece sì. E in Mercedes Hamilton si era spento, anche se non possiamo dire che Russell sia stato in grado di approfittare dell’occasione per “demolirlo”.
Dopo questi anni un po’ opachi, Hamilton avrà psicologicamente una posizione più avvantaggiata rispetto a Leclerc: godrà delle attenzioni del nuovo arrivato, che sono salutari e vitali per l’ego di Lewis.
Il problema è di Leclerc. La sua crescita si è fermata al 2021; dopo la partenza di Vettel è venuto meno quel parafulmine mediatico che ha protetto Leclerc e gli ha permesso di esprimere con una “spensierata cattiveria” il suo talento. Non è un caso, secondo me, che la sua vittoria più bella sia quella di Monza nel 2019. È stata una gara dove ha dapprima mostrato cattiveria verso l’avversario (la chiusura su Hamilton è stata da manuale), gestione critica delle gomme ma anche dei nervi. È più semplice inseguire piuttosto che stare davanti.
Devo ammettere che nel 2019, tra Verstappen e Leclerc, avrei scelto Leclerc; riconoscevo a Verstappen un talento più naturale, Leclerc invece un talentuoso lavoratore. Probabilmente ha anche influito il fatto di aver messo alla porta Vettel, già provato dal 2018. Siamo umani.
Dal 2021 in poi, però, abbiamo assistito a un “appiattimento” delle performance di Leclerc: è migliorato nella gestione gomme e in altri aspetti; il talento e la velocità ci sono, ma non capisco bene per cosa stia combattendo Leclerc. Per vittorie? Mondiali? Si è arrabbiato spesso davanti alle telecamere. Ma dove incanala questa rabbia? Che aspirazioni ha Leclerc? A mio avviso, sono reazioni fini a sé stesse. Guardando Hamilton o Verstappen si sente e si vede la motivazione a spostare sempre di più l’asticella.
Aston Martin: Honda e Newey e la speranza per il 2026. L’età di Alonso
Di questa squadra non si è parlato quasi mai, né in bene né in male. Non è una grande notizia, significa che non susciti nulla, che sei trasparente. Forse l’arrivo di Newey ha sospeso i giudizi su una vettura non all’altezza.
Gli sforzi economici di papà Stroll sembrano però confermare basi solide per il progetto.
Intanto Alonso apre alla possibilità di continuare oltre il 2026: “Non chiuderò la porta prima. Ma non inizierò a pensarci e prenderò ogni gara come se fosse l’ultima e mi godrò ogni secondo”. Ci pensa il ritratto in soffitta a invecchiare…
McLaren: le regole tecniche FIA funzionano, le regole papaya, i piloti. Anche gli ingegneri possono essere team principal
McLaren, a partire dagli anni 2000, ha indossato diverse vesti: il principale avversario di Schumacher-Ferrari, la spy story, il mondiale 2008, il ritorno di Ron Dennis e del binomio McLaren-Honda. La squadra rischiò di fallire; faceva pena vedere Alonso e Button con la tuta grigio chiaro senza alcun sponsor. Arrivò Brown, PU Renault e l’addio temporaneo di Alonso dalle scene.
Si ritorna alle origini con la motorizzazione Mercedes, si ricostruisce la squadra partendo da Norris e Sainz; poi la scommessa persa con Ricciardo e le prestazioni mediocri. Fino a questo 2024, quando evidentemente nella squadra un cambio di passo è avvenuto.
Andrea Stella ha sicuramente influito in questo successo. Alonso spende bellissime parole per descriverlo dopo il mondiale costruttori vinto: “Lui è una persona di grande coerenza in tutto ciò che fa“. E aggiunge: “In un certo senso, l’ho portato in McLaren quando sono arrivato io, quindi gli ho detto prima della gara: ‘Quello che Abu Dhabi ci ha tolto nel 2010, spero che oggi ti restituisca qualcosa.’ E così è stato. Sono felice per lui, se lo merita”.
FIA: la lotta alle parolacce
Anche questo mondiale è stato condizionato dalle solite disuniformità di giudizio, senza capire che una commissione permanente di commissari e regole certe gioverebbe allo sport. La FIA, invece, preferisce mandare ai lavori socialmente utili chi dice parolacce. E allora andatevene a… Vancouver.
Alpha Tauri: Ricciardo
Se n’è andato in punta di piedi, sapendo che quella sarebbe stata la sua ultima gara, senza però poterlo dire. Ha vinto, ha divertito, mancherà il suo sorriso e le sue parolacce. Buona vita, Daniel!
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari HP, FIA
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