Nella piazza del mercato il dolore della comunità dopo la strage di Natale, mentre AfD approfitta per rilanciare gli slogan per la deportazione dei migranti, nonostante l’autore dell’attentato fosse un loro simpatizzante. I partiti istituzionali firmano un “patto per la correttezza” in vista delle elezioni
Un oceano di candele, fiori e dolore si stende davanti alla Johanniskirche, la chiesa più antica di Magdeburgo, che si trova a pochi passi dalla piazza del mercato vecchio, ancora blindata e segnata dalle tracce dell’orrore. Le persone vengono a decine, si abbracciano, piangono cercando di capire perché Taleb Al Abdulmohsen, psicoterapeuta nato in Arabia Saudita, venerdì sera abbia lanciato la sua Bmw nera sulla folla del mercatino di Natale, falciando a zig-zag centinaia di persone. Le autorità hanno fornito ulteriori dettagli sulle cinque vittime: un bambino di 9 anni – era qui in gita con la famiglia – quattro donne, di 45, 52, 67 e 75 anni. Un bilancio che rimane quantomai precario: degli oltre quaranta feriti gravi, molti stanno lottando con la vita.
Nel dolore e nella rabbia, la Germania cerca delle risposte. Nella tarda serata di sabato l’attentatore è stato portato davanti al giudice del tribunale cittadino. Per ora l’ordine di custodia cautelare alla voce delle accuse indica cinque omicidi, molteplici tentati omicidi e molteplici lesioni personali gravi. Questo mentre sui media ci si chiede perché siano state ignorate le segnalazioni su un uomo che sui social media manifestava da tempo la propria islamofobia radicale, un esplicito sostegno all’ultradestra dell’AfD e rilanciava i post più incendiari di Elon Musk.
«È un caso assolutamente atipico», dice il capo della polizia criminale Holger Münch, che riferisce che Taleb A. era stato segnalato come soggetto potenzialmente pericoloso, tanto che la ministra agli Interni Nancy Faeser ha annunciato l’avvio di un’indagine: «Chiariremo tutti i retroscena, esamineremo con attenzione gli indizi del passato». Talmente atipico che l’attentatore era ben conosciuto in diverse redazioni, tra cui la Zeit e la Frankfurter Allgemeine Zeitung, che oggi ricordano le interviste avute già anni fa con l’uomo: «Odiava l’Islam. Poi ha cominciato a odiare anche le autorità tedesche», titola per esempio la Faz, che parlò con Taleb nel 2019. Sempre la Zeit riporta una denuncia presentata nel 2023 per “minacce di morte”, dove il medico saudita si descrive come «la persona in assoluto più critica dell’Islam».
La propaganda di AfD
Schegge di verità, frammenti di domande: quel che è certo è che l’attentato di Magdeburgo sta cambiando la Germania. E potrebbe cambiare radicalmente la traiettoria della campagna elettorale del voto anticipato fissate dopo l’inabissamento del governo di Olaf Scholz: «L’attentato ci mostra quanto fragile possa essere la sicurezza in questo paese», commento lo Spiegel, ricordando la strage quasi identica di Berlino compiuta da Anis Amri quasi lo stesso giorno otto anni fa. E mentre finora i leader dell’AfD, a causa delle idee radicali di Taleb, hanno scelto la linea della prudenza, dalle seconde file è già partito l’attacco: «Non mi importa come gli stranieri motivano il loro odio, se con l’Islam o chissà come: il problema è la migrazione, la remigrazione a milioni è la soluzione», grida su X un deputato dell’ultradestra nel Brandeburgo. Remigrazione: nel vocabolario dell’AfD equivale a una sorta di deportazione di massa, né più né meno. Proprio su questo slogan a Magdeburgo sabato sera ci sono stati tafferugli e «scontri fisici» causati da manifestanti di estrema destra.
Patto per la democrazia
A Berlino è palpabile la preoccupazione che la campagna elettorale appena iniziata finisca fuori controllo. Ed è certamente emblematico che sia stato siglato in queste ore un “patto di correttezza” firmato dai tutti i partiti maggiori – Spd, Cdu/Csu, Verdi, Liberali e Linke – con le palesi esclusioni dell’AfD e del Bsw, il partito “rossobruno” guidato da Sahra Wagenknecht. Nel testo, siglato dai rispettivi capi organizzativi, si afferma che in Germania, ma non solo, «registriamo tentativi di danneggiare l’integrità del dibattito con mezzi illegittimi». Un’offensiva contro la quale «annunciamo battaglia, perché attacca i principi fondanti del sistema democratico». Non solo: vi si afferma, a chiare lettere, che «non ci sarà alcuna collaborazione con l’AfD e con i partiti che non si fondano sull’ordine condiviso liberal-democratico». In sostanza, il patto comprende la rinuncia agli attacchi personali, agli insulti, alla violenza verbale e, soprattutto, al ricorso a «fake news, disinformazione e distorsione» di fatti, informazioni e comunicazioni.
E mentre nel frattempo dal passato di Taleb A. emerge un presunto piano per un attentato terroristico nel Meclemburgo nel 2013, a Magdeburgo continua la processione del dolore. Tra la folla c’è chi ricorda che la Johanniskirche, dove ha predicato anche Martin Lutero, è stata distrutta nei secoli cinque volte. E che cinque volte è stata ricostruita.
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