Nuovo stadio, c’è un accordo di programma (modificato) tra Comune di Cagliari e Regione. E la polemica è servita. Nasce tra l’ex presidente della Regione, Christian Solinas, e l’attuale assessore allo Sport della giunta di Massimo Zedda, l’avvocato Giuseppe Macciotta. Sede dello scontro: la sezione commenti del blog Sardegna e Libertà, di Paolo Maninchedda, già leader del Partito dei Sardi e ex assessore regionale ai Lavori pubblici.
Tutto parte da un post Facebook di Solinas, corredato da documenti. Sostiene, il segretario del Psd’Az, che Comune e Regione abbiano modificato in modo sostanziale l’accordo sullo stadio: mentre prima, con lui presidente e Paolo Truzzu sindaco, i 50 milioni di euro della Regione erano destinati solo e soltanto alla realizzazione dell’impianto sportivo (ce ne sono altri 10 del Comune più i fondi che dovrebbe reperire il club), ora, con una modifica all’accordo di programma, quei soldi potrebbero essere usati dalla società rossoblù anche per realizzare «un hotel dotato di 126 stanze e circa 2.000 mq dedicati a spazi per convention e riunioni aziendali, un centro benessere di circa 4.000 metri quadri, un Bar Sport, gestito direttamente dalla società calcistica». Tra un accordo e l’altro è stata cancellato un passaggio: prima c’era scritto che la Regione avrebbe concorso «alla realizzazione del nuovo stadio secondo gli standard previsti dalle competizioni internazionali, limitatamente alla destinazione a tal fine delle risorse finanziarie stanziate a valere sulle annualità 2023-2026». Il passaggio è stato cancellato. E qui per Solinas sta l’inghippo. Maninchedda ha riportato la tesi.
A smentire è intervenuto Macciotta, che con Solinas si era già scontrato: lo aveva accusato di non aver chiuso l’iter per l’erogazione dei 50 milioni e aveva assicurato che la partita sarebbe stata chiusa a breve da Alessandra Todde. L’ex presidente aveva replicato sostenendo che fosse Todde a non aver firmato il decreto che sbloccava la pratica.
«Solinas», sostiene Macciotta, «perviene alla frettolosa conclusione che il nuovo testo consentirebbe una modifica della destinazione del finanziamento regionale non più asservito al solo impianto sportivo. La questione, benevolmente, può essere definita di lana caprina. Dopo un’allusione ad «altre sedi» nella quale lo scontro potrebbe svilupparsi, l’assessore prosegue: «Parto da una domanda: il progetto al quale si riferisce l’accordo di programma del dicembre 2023 prevedeva già l’annessione all’impianto sportivo dell’albergo, del centro congressi, del centro benessere e del bar? Incontestabilmente sì. I due progetti in questione si rivelano assolutamente speculari con l’unica differenza derivante dalla soppressione (…) di alcuni volumi, tra i quali un centro commerciale, originariamente previsti nell’accordo di programma sottoscritto da Solinas e dal sindaco dell’epoca, Paolo Truzzu».
Macciotta riporta il testo del nuovo accordo di programma: «La Regione Autonoma della Sardegna in attuazione di quanto disposto dall’articolo 11 della legge regionale 21 febbraio 2023 così come modificato per effetto dell’articolo 2 della legge regionale n. 9 del 23 ottobre 2023, concorre alla realizzazione del nuovo stadio secondo gli standard previsti dalle competizioni internazionali, con una dotazione finanziaria pari a 50 milioni di euro da finanziarsi con fondi provenienti dal bilancio regionale». E si chiede: «Come da questa previsione possa evincersi il mutamento della destinazione del finanziamento regionale, preordinata a “regalare” al privato un albergo, un centro congressi, un centro benessere e un punto di ristoro, non è davvero dato comprendere, se non nella prospettiva malevola che permea l’intervento di Solinas. In realtà il finanziamento regionale di 50.000.000 di euro correttamente “concorre” alla realizzazione del nuovo stadio il cui onere complessivo, nella attuale configurazione prescritta dall’Uefa, supera l’importo di 120.000.000 di euro».
Sul punto replica Solinas. Che scrive: «Se è così evidente che i fondi pubblici andranno a coprire la costruzione del solo stadio, le domande restano due, molto semplici. Una: dando per buono che mancasse un decreto del presidente della Regione per concludere l’iter di approvazione dell’Accordo di Programma già sottoscritto, perché in questi 9 mesi la Presidente Todde non ha semplicemente adottato il decreto mancante e fatto trasferire le risorse al Comune di Cagliari? Due: perché si è optato per la sottoscrizione di un nuovo Accordo di Programma nella cui stesura sono state espunte dall’art.4, punto 3, le parole “Le risorse[…] saranno attribuite al Comune di Cagliari […] per le sole attività connesse alla realizzazione dell’impianto sportivo”? Nel vecchio testo non si parlava affatto di volumi del Progetto Norma e pertanto non è certo la rinuncia ad alcune volumetrie nei comparti adiacenti allo stadio a giustificare l’esigenza di un nuovo Accordo di Programma. Sui costi e sui numeri che Ella sgranella arrivando a 120.000.000 per la costruzione del solo impianto sportivo, mi riservo un approfondimento. Il Comune di Milano, amministrato dal sindaco Sala, ha infatti ufficializzato in Conferenza dei Servizi per il nuovo San Siro – sono atti pubblici, non svelo niente di che – che da una ricerca della Direzione Tecnica meneghina i costi medi a posto spettatore ricavati dall’analisi di ben 29 impianti sarebbero pari a 3.600 euro a posto. Tale media comprenderebbe anche due impianti ‘costosissimi’ come Wembley e Arsenal. Se così fosse, uno stadio da 25.000 posti in linea con le prescrizioni UEFA per le manifestazioni internazionali costerebbe mediamente 90.000.000. A questo punto, sommando i 10 mln del Comune ai 50 mln della Regione, ci sarebbero – sempre con riserva di un necessario approfondimento – 60 mln di fondi pubblici su 90 mln di costi. A questo punto verrebbe da chiedersi: è previsto il ricorso al credito sportivo per la realizzazione dell’impianto? E se sì, per quale importo? Perché se fosse oltre i 30 mln chiaramente alcune riflessioni andrebbero fatte».
Macciotta non risponde a Solinas, replica ancora a Maninchedda. Ma questo potrebbe essere solo un capitolo di un nuovo corso della storia dello stadio mai nato. Sul quale la presidente della Regione non ha mai speso una parola.
Enrico Fresu
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