(AGENPARL) – Roma, 23 Dicembre 2024
(AGENPARL) – lun 23 dicembre 2024 INFORMAZIONE ISTITUZIONALE
E OPEN GOVERNMENT
Ufficio Stampa
23/12/2024
FINO AL 16 FEBBRAIO 2025 LA MOSTRA “ROVENSKA – ELETTRA. MEMORIE
DELLO YACHT DI MARCONI” NEGLI SPAZI DEL MAGAZZINO 26 DI PORTO VECCHIO
– PORTO VIVO
A Trieste e nel Mare Adriatico si è svolta una parte della storia dello yacht di
Marconi, una storia europea che inizia nella Belle Époque, con la commissione da
parte degli arciduchi Maria Teresa e Carlo Stefano, e finisce dopo due guerre
mondiali.
In occasione del centocinquantesimo anniversario dalla nascita di Guglielmo
Marconi, il Museo del Mare di Trieste espone alcuni dei reperti dello yacht conservati
nella propria collezione che si affiancano a una campagna fotografica realizzata per
l’occasione dall’artista Primož Bizjak, dedicata alle parti dello scafo del RovenskaElettra presenti anche in altri istituti culturali. Una forma poetica di ricongiungimento
delle sezioni in cui lo scafo è stato frazionato: l’attuale collocazione, che definisce
anche il senso di ciascuno dei cimeli, attribuisce nuovo valore a un originale
monumento diffuso, quasi una seconda vita del panfilo.
La mostra, dedicata alla storia dello yacht Rovenska–Elettra, integra il più ampio e
approfondito racconto sulla figura di Guglielmo Marconi delineato dalle molte
prestigiose attività che hanno animato le celebrazioni dell’anniversario in tutta Italia.
La storia dello Yacht, che diverrà famoso grazie a Guglielmo Marconi, inizia a Leith
(Scozia) nel 1904 con il nome di Rovenska, quando viene costruito dal cantiere navale
Ramage & Ferguson per ordine dell’arciduchessa Maria Teresa d’Austria, consorte
dell’arciduca Carlo Stefano d’Asburgo Teschen Asburgo-Lorena, ammiraglio della
marina imperiale austro-ungarica, amante del mare e acquirente di barche da
regata e altri yacht a vapore quali l’Ossero, il Waturus e, nel 1911, l’Ul.
Il Rovenska viene venduto diverse volte fino a entrare nelle proprietà della Royal
Navy per venire impiegato durante la Grande Guerra come pattugliatore e
dragamine. Finito il conflitto viene messo all’asta e nel 1919 acquistato da Guglielmo
Marconi che, nel 1920, lo trasferisce a La Spezia dove viene ristrutturato e attrezzato
come laboratorio navigante, con la supervisione della Regia Marina, e quindi
ribattezzato Elettra.
L’Elettra sarà utilizzata sia come dimora privata che per esperimenti scientifici,
soprattutto sull’impiego delle onde corte nella radiotrasmissione, diventando presto
conosciuta in tutto il mondo per alcuni esperimenti spettacolarizzati quale la
trasmissione, nel 1930, del segnale di accensione dell’illuminazione pubblica da
Genova a Sidney.
Nel 1937, in seguito alla morte di Marconi, lo yacht viene acquistato dal Ministero
delle Comunicazioni e ormeggiato a La Spezia. Nel 1940 viene trasferito a Trieste,
porto considerato sicuro.
Il 9 settembre 1943 le forze armate tedesche, occupata la città, prendono
possesso dell’Elettra allo scopo di impiegarla per scopi bellici. Nei mesi successivi lo
yacht viene quindi restituito alla custodia della Società Italia, con l’incarico di
realizzare le necessarie trasformazioni. In questo momento vengono messi in salvo,
documenti, libri, alcuni arredi e le attrezzature del laboratorio di bordo con la cabina
radiotelegrafica.
Questi materiali, compresi gli alberi e le ancore, vengono custoditi dapprima
presso un hangar dei Magazzini Generali del Porto Vecchio, spostati più volte
approdano poi nei sotterranei del Castello di San Giusto. La parte relativa alle
attrezzature del laboratorio viene poi inviata al Consiglio Nazionale delle Ricerche,
mentre a Trieste restano una minima parte delle attrezzature, i libri e i documenti,
oltre ad alcuni elementi d’arredo che ci aiutano, insieme alle fotografie, a ricostruire
l’aspetto dell’elegante yacht, espressione del lusso e delle comodità di inizio
Novecento.
Nel gennaio del 1944 l’Elettra viene avvistata dalla ricognizione aerea alleata a
nord di Zara, nella baia di Diklo e, dopo poche ore, attaccata e affondata da una
squadriglia di aerei inglesi.
Alla fine degli anni Cinquanta iniziano trattative tra il governo italiano e quello
iugoslavo per la restituzione del relitto al Ministero delle Poste. Nel 1962 il relitto
viene riportato a galla e rimorchiato fino al cantiere San Rocco di Muggia. Nel
frattempo la Marina Militare ha l’incarico di progettare la ricostruzione della nave per
valorizzarla quale monumento o museo. Nel 1973 lo scafo viene tirato a secco,
consentendo così i rilievi tecnici necessari alla progettazione, ma i preventivi di spesa
eccedono la disponibilità. Nel 1977 si decide infine di sezionare il relitto e di
destinarne le parti a diversi enti e musei.
Alla mostra hanno collaborato i diversi enti impegnati a garantire la
conservazione e (ove possibile) la pubblica fruizione di parti dell’Elettra e della sua
memoria:
Civico Museo della Guerra per la Pace Henriquez, Trieste;
Area Science Park, Trieste;
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa, Trieste;
Poste Italiane, Mestre;
Fondazione Guglielmo Marconi, Sasso Marconi;
Museo Storico Navale della Marina Militare, Venezia;
Museo Tecnico Navale della Marina Militare, La Spezia;
Telespazio, Ortucchio (AQ);
Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci, Milano;
Fondazione Leonardo.
Tra i reperti esposti figurano la cartella che conteneva le carte nautiche dello
yacht, i volumi presenti nella libreria di bordo, fotografie, elementi sulle altre vite
dello yacht e dei suoi proprietari, fra cui anche una recente donazione ricevuta dal
Museo del Mare.
La mostra, finanziata dalla Regione Friuli Venezia Giulia e patrocinata dal Comitato
Nazionale per le celebrazioni del 150° anniversario dalla nascita di Guglielmo
Marconi, è ideata e realizzata dal Servizio Promozione Turistica, Musei, Eventi
Culturali e Sportivi del Comune di Trieste, con il coordinamento di Patrizia Fasolato,
Responsabile Musei Scientifici, e la curatela dei conservatori del Museo del Mare
Andrea Bonifacio e Silvia Pinna.
IL MUSEO DEL MARE – ALA NORD MAGAZZINO 26
Nato nel 1904 come Museo della Pesca diviene poi Esposizione Marittima
Permanente e acquisisce alle sue collezione alcuni degli strumenti di navigazione e
dei beni appartenuti all’Accademia di Commercio e Nautica.
Successivamente l’esposizione prende il nome di Museo del Mare e continua a
raccogliere plastici, modelli di macchine navali, di piroscafi, di fari, segnali marittimi,
raccolte fotografiche, stampe e carte nautiche da diversi enti del settore marittimo.
Nel 1972 viene inaugurato il nuovo allestimento nell’edificio che era stato Arsenale di
Artiglieria e, ancora prima, Lazzaretto, nella zona denominata Campo Marzio.
Nella nuova sede del Magazzino 26 la storica funzione di stoccaggio viene
recuperata e reinterpretata in modo funzionale alla necessità di accogliere i depositi
museali, di garantire la pubblica fruizione e di disporre degli elementi che
configurano il Museo come luogo di conservazione e studio dove trovano posto
anche il laboratorio e la biblioteca specialistica Mario Marzari.
Le collezioni sono organizzate in sezioni tematiche suddivise tra il terzo piano e il
piano rialzato. Si parte dalla città ottocentesca e dal suo porto, entrambi dettagliati in
un grande diorama. Alcuni filmati introducono i grandi temi dell’economia del mare,
del lavoro, dell’evoluzione delle imbarcazioni, dell’ingegneria e del design, dell’arte di
andar per mare su un transatlantico piuttosto che su una barca a vela o un “topo” da
pesca. Il navigare prende diverse forme a seconda serva per commerciare, lavorare,
esplorare il mondo, viaggiare per diletto o emigrare per necessità.
Nel percorso di visita si possono apprezzare importanti reperti provenienti
dall’Accademia di Commercio e Nautica di Trieste, fondata dall’imperatrice d’Austria
Maria Teresa nel 1754, tra cui un globo terreste e uno celeste. Non mancano i modelli
dei grandi velieri mercantili realizzati dai cantieri, le riproduzioni di sezioni delle
imbarcazioni a fini didattici, fino ai modelli delle navi destinate alle esplorazioni nei
diversi continenti.
Fra i protagonisti di queste vicende si incontrano Josef Ressel, poliedrico inventore
che a Trieste sperimenta l’applicazione dell’elica alle navi a vapore, e Guglielmo
Marconi, che con la radiocomunicazione rivoluziona il modo di vivere il mare.
La storia di Trieste sul mare si intreccia con le famiglie di armatori, come i
Cosulich, con le società di navigazione e le navi qui progettate sempre guardando
all’innovazione nella costruzione degli scafi, nell’evoluzione dei motori, nel continuo
miglioramento del comfort di bordo.
Infine, si può approfondire l’epopea della compagnia di navigazione del Lloyd.
Un’ampia selezione di documenti, modelli, grafica pubblicitaria e arredi di bordo
illustra l’ampiezza delle sue attività, che ben rappresentano le connessioni tra la
marineria, il mondo degli affari e la storia della città tra Ottocento e Novecento.
http://www.museodelmaretrieste.it
Il museo e la sala Fini sono accessibili tramite rampa d’accesso, elevatore ed
ascensore.
Il museo e la mostra sono ad ingresso gratuito.
EVENTI
Le visite approfondiscono i contenuti della mostra con l’accompagnamento dei
conservatori del museo, Andrea Bonifacio e Silvia Pinna, e del funzionario culturale
dei Musei Scientifici, Anna Longo.
Visita guidata a cura di Silvia Pinna, conservatore del Museo del Mare di Trieste.
Sabato 11 gennaio 2025, ore 11.00
Visita guidata a cura di Andrea Bonifacio, conservatore del Museo del Mare di
Trieste.
Sabato 25 gennaio 2025, ore 11.00
Visita guidata a cura di Anna Longo, funzionario culturale dei Musei Scientifici di
Trieste.
Sabato 8 febbraio 2025, ore 11.00
Saranno inoltre programmate delle presentazioni, fra cui quella del volume della
Collana del Museo del Mare dedicato alle ricerche svolte sui reperti dell’Elettra.
Tutti gli eventi sono gratuiti.
Per ciascuna delle visite guidate i partecipanti possono essere al massimo 25.
ORGANIZZAZIONE
Fabio Lorenzut, Direttore Generale
Francesca Locci, Dirigente del Servizio Promozione Turistica, Musei, Eventi
culturali e sportivi
Responsabile del progetto: Patrizia Fasolato
Mostra a cura di Andrea Bonifacio, Silvia Pinna
Amministrazione: Anna Longo e Andrea Reganzin con Elisabeth Piselli e con il
contributo di Chiara Volpin
Supporto logistico: Claudio Raini e Alessio Rizzitelli
Documentazione fotografica del trasporto della prua dell’Elettra: Claudio Raini
Settore tecnico e sicurezza: Adriano Tius
CREDITI
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