il leggendario corridoio dei papi rinasce per il Giubileo 2025” – GBOPERA

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Roma, Castel Sant’ Angelo
RIAPRE IL PASSETTO DI BORGO
Roma, 03 dicembre 2024
Il Passetto di Borgo , quell’ombroso corridoio sopraelevato che scivola discreto lungo i tetti del quartiere Borgo, come un pensiero segreto che non si osa rivelare, sta per tornare a essere percorribile. A partire da oggi , Roma si riapproprierà di uno dei suoi simboli più enigmatici, un tratto di 800 metri che unisce i Palazzi Vaticani a Castel Sant’Angelo, restituendo alla città una delle sue memorie più stratificate e suggestive, proprio nel contesto dei grandi preparativi per il Giubileo del 2025 . Non è una semplice riapertura, bensì una resurrezione che intreccia le trame del tempo e le restituisce al presente. Il Passetto, conosciuto dai romani della papalina come “er Coridore de Borgo” , si offre non solo come testimonianza di un passato intriso di fughe e segreti, ma come un messaggero del sacro e del profano, della forza e della fragilità. Questo camminamento, che si estende come una spina dorsale sopra le mura vaticane, è molto più di un’opera architettonica: è una narrazione sospesa tra storia e leggenda, tra la memoria tangibile delle sue pietre e l’immaginazione di chi le attraversa. Le sue origini affondano nelle viscere del tempo, quando Papa Leone IV , nell’ 852 , fece erigere una cinta muraria per difendere San Pietro dagli attacchi saraceni. Una costruzione massiccia, alta cinque metri, dotata di un camminamento di ronda che consentisse alle guardie di sorvegliare il cielo e la terra, di scagliare frecce contro gli invasori e di proteggere i luoghi sacri. Tuttavia, il Passetto, così come lo conosciamo oggi, prese forma intorno al 1277, sotto il pontificato di Niccolò III , che lo volle come una via sicura di fuga per i pontefici, un corridoio che li avrebbe condotti dalle stanze vaticane alle mura inespugnabili di Castel Sant’Angelo. La sua funzione difensiva si rivelò essenziale nei momenti più oscuri della storia. Nel 1494 , quando le truppe di Carlo VIII minacciarono Roma, fu Papa Alessandro VI Borgia a percorrere il Passetto per rifugiarsi nella fortezza. Un episodio ancora più drammatico accadde nel 1527 , durante il Sacco di Roma: Papa Clemente VII, braccato dai Lanzichenecchi, si salvò grazie a quel passaggio stretto e sicuro, mentre le guardie svizzere si sacrificavano per difendere il pontefice, in un’ultima disperata dimostrazione di lealtà. Le mura del Passetto portano ancora oggi i segni di quei colpi di archibugio, testimonianze silenziosi di una resistenza estrema. Eppure, il Passetto non è solo il teatro di fughe disperate e salvezze eroiche. Attorno a queste mura aleggia un’aura di leggenda e mistero, alimentata dalla figura controversa di Alessandro VI Borgia . Si narra che il papa utilizzasse il Passetto non solo per ragioni di sicurezza, ma per incontrare clandestini con le sue amanti, trasformandolo in un cammino di segreti e desideri inconfessabili. Da questa pratica nasce una leggenda tanto curiosa quanto ironica: si dice che camminare lungo il Passetto per 77 volte , avanti e indietro, restituisce la virilità perduta. Un mito che riflette l’immaginario popolare, capace di mescolare storia e invenzione, sacro e profano, con quella leggerezza che solo Roma sa offrire. Ma il Passetto non è solo un luogo di storie lontane: oggi torna al centro della scena, rigenerato dai grandi lavori di restauro intrapresi in vista del Giubileo. Il Giubileo del 2025 , con il suo carico di speranza e riconciliazione, porta con sé un’imponente opera di rigenerazione urbana, che non si limita a riparare le pietre, ma punta a restituire ai luoghi il loro significato, la loro voce. Il quartiere Borgo, con le sue strade strette e ombrose, vede nel Passetto non solo un percorso storico, ma una promessa di rinascita. I restauri, condotti con attenzione maniacale, hanno restituito al Passetto la sua integrità, preservando ogni segno, ogni cicatrice che racconta dei secoli trascorsi. Ora, grazie alle tecnologie moderne, sarà possibile vivere questo percorso come mai prima: illuminazioni studiate, pannelli interattivi e guide esperte accompagneranno i visitatori in un viaggio multisensoriale, che intreccia la solennità della storia alla vivacità della scoperta. Dal punto di vista architettonico, il Passetto si presenta come una linea sospesa, che sfida la gravità e il tempo. La terrazza di Castel Sant’Angelo, con la sua vista mozzafiato sul corridoio e sulla città, offre una prospettiva unica, un abbraccio visivo che unisce cielo e terra, sacro e profano. Nel contesto del Giubileo, il Passetto diventa una metafora potente: un ponte tra passato e presente, un cammino che invita i pellegrini ei turisti a riflettere sulle tracce lasciate dalla storia e su quelle che possiamo lasciare noi stessi. Attraversare il Passetto significa calpestare il terreno della memoria, portandosi dietro le ombre dei papi in fuga, delle guardie che difendevano con la vita, dei prigionieri condotti in catene verso le celle di Castel Sant’Angelo. Non è solo una strada sopraelevata, ma una narrazione incisa nelle pietre, una preghiera sussurrata nel silenzio. E nel 2025, quando Roma sarà il centro del mondo cristiano, il Passetto non sarà solo un percorso, ma un messaggio di resilienza e di speranza. Come un antico custode, tornerà a raccontare le sue storie, a evocare i suoi fantasmi, a ricordarci che ogni passo, ogni pietra, ogni leggenda, sono parte di noi. Il Passetto di Borgo è il simbolo di un legame indissolubile tra la Chiesa e Roma, tra la spiritualità e la storia, un cammino che, come la fede, non cessa mai di reinventarsi.



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