La storia di AmenCutti e dell’albero di Natale che non c’è

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PONZANO ROMANO – La magia si specchia negli occhi di un bambino. Quando la magia è tanto desiderata, perché ritenuta inarrivabile se non irrealizzabile, resta chiusa nei sogni per tutto il tempo necessario di diventare grande e farla fiorire, diventando la magia più grande.

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E’ questo il sogno di Amencutti, “il bambino senza albero di Natale”, sbocciato decenni dopo, grazie ad un certosino lavoro di ricerca degli oggetti più belli e desiderati, diventata nel tempo una meravigliosa collezione, dove sono i dettagli a fare la differenza.

Una storia vera, romanzata dalla penna di Lia, la mamma, che nel libro “Il Natale di Amencutti e l’albero che non c’è” verga parola su parola l’idea che adornare casa con addobbi, statuine o, peggio, un abete da decorare fosse troppo convenzionale per essere seguita. Una scelta che lascia i fratellini Amencutti e Sikkesokke senza Natale, così come gradiva anche papà Caitano.

Una storia vera, descritta nel libro racconta Rodolfo (e non poteva che essere ispirato alla renna principale nella stalla di Babbo Natale) ma che scrive Lia Onorati, quasi fosse una confessione, senza capire, nemmeno dopo decenni, le scelte di Alessandro, il suo Amencutti, grazioso soprannome scelto da papà Gaetano ammirando il piccolo davanti alla fornita vetrina di una pasticceria esclamare, gesticolando: “A… me … me, cu… ti ti ti” per la scelta delle paste della domenica.

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Alessandro non rinuncia alla festa, la vive come vuole la famiglia ma in cuor suo sceglie che deve esistere un Natale pieno di luci, statuine, sfere decorate e alberi. Adolescente inizia a realizzare lavoretti artigianali, perché l’arte in famiglia è di casa, e con il ricavato compra il primo Babbo Natale, e poi ancora altri ed altri.

Con il tempo la sua collezione arriva a migliaia di pezzi artigianali, molti tedeschi, altri americani, tutti rigorosamente artistici. E’ il momento di trovare una casa e nel 2019 il sogno inizia a diventare realtà in uno storico palazzetto di Ponzano Romano, trasformato grazie a lui nel borgo del Natale da quando ospita il “Museo di AmenCutti”. In questi giorni festivi si aprono le porte dell’allestimento in cinque sale interne e tre esterne, visibili passeggiando nelle vie.

Visitando il museo ci si immerge nei sogni di Amencutti, ammirando una disposizione tematica quasi maniacale, impeccabile, perfetta, piena di pezzi unici che incantano.

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La prima sala, quella dei carillon, non poteva che ospitare l’albero che non c’è, che fluttua magicamente, seguita da quella delle favole, con i personaggi più amati dai bambini protagonisti di villaggi incantati; degna di nota la piramide di Natale, che ospita un presepe girevole meraviglioso. 

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La terza stanza è quella del circo, anche qui centinaia di personaggi hanno trovato una collocazione artistica grazie al lavoro di Alessandro, fine realizzatore dei villaggi.

E poi la stanza dei giochi, dove domina l’immortale Pinocchio.

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 L’ultima è la stanza del presepe, e un albero avvolto da un pavone segna il raggiungimento del sogno.

Tutte le stanze ospitano le opere, a tema, dell’artista toscano Stefano Materassi.

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Oltre al museo, che consigliamo di visitare per ammirare davvero pezzo per pezzo, angolo per angolo, immergendosi in un mondo festoso, tre “vetrine” sono a disposizione degli sguardi dei passanti: la prima si trova davanti all’ingresso attuale del museo, ed è la sala da pranzo di Babbo Natale, anch’essa curata in ogni dettaglio, tovaglia e tovaglioli, piatti, bicchieri, alzate, posate, applique da muro, coprisedia, lampadari, niente è lasciato al caso e mantiene il proprio stile ad ogni rinnovo, perché sono tanti i servizi da ammmirare.

Tornando verso la piazza ci si incanta davanti l’ufficio di Babbo Natale, pieno di giocattoli, e addirittura un treno, dove perdersi con lo sguardo; un luogo amatissimo dai bambini che lasciano la propria letterina sperando di ricevere quanto richiesto la notte del 24 dicembre.

Pochi passi più avanti l’inizio del progetto dedicato al presepe, a grandezza naturale, che nel prossimo futuro sarà ampliato, anche se è già meraviglioso vedere la Sacra Famiglia con davanti un pastore e il suo piccolo gregge.

 

Chiude lo scrigno ‘l’albero dei buoni propositi”, un’installazione che resta tutto l’anno a disposzione dei visitatori: una sola regola, scrivere un desiderio e lasciarlo all’interno della pallina, prelevandone un altro scritto da chissà quale viaggiatore prima, uno scambio di sogni da far girare nel tempo e nello spazio.

La collezione di Natale di AmenCutti resterà aperta fino al 15 gennaio 2025 e non resta che sperare, per il futuro, in un’apertura annuale, perché la bellezza e la passione per un desiderio non possono fermarsi al periodo natalizio.

Per informazioni: Fb https://www.facebook.com/AmenCutti Ig https://www.instagram.com/amencutti/ sito https://www.museoamencutti.it/

Teresa Pierini e Anselmo Cianchi





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