Con l’assemblea Ata si è concluso un ulteriore capitolo della “Storia Infinita sui Rifiuti” sottotitolo Riceci. Essendo una riunione pubblica i cittadini, invitati dai comitati, hanno potuto assistere alle varie posizioni espresse dai sindaci, che consapevoli del loro sentimento hanno bocciato le modifiche al Piano Generale Regionale dei Rifiuti che il gruppo ristretto dell’Ata aveva proposto. Quindi è stata direttamente stralciata la proposta di portare a 500 m le distanze dalle zone residenziali, quando il Prgr ne prevede 1500. Chi ne esce bene e chi ne esce male da questa riunione? Ne escono bene Paolini, il Presidente della Provincia, che come aveva dichiarato, si è detto favorevole a mantenere gli attuali 2000 m, e la grande maggioranza dei sindaci che hanno bocciato la proposta di ridurre la distanza a 500 m. Ne escono male il sindaco di Pesaro Biancani, che in nome dell’emergenza non ha ritirato la sua seconda proposta (osservazione 18) che prevedeva l’annullamento di distanze minime e demandava alla conferenza dei sindaci la definizione della distanza in base a ogni impianto proposto e il sindaco di Urbino Gambini, astenutosi, che si è lanciato in un attacco forsennato contro la stampa colpevole di riferire le posizioni dei vari sindaci e attori della vicenda. In pratica secondo il sindaco, in linea con Meloni – Salvini, i giornalisti non devono fare il loro lavoro e informare la gente ma dovrebbero riferire solo le cose che fanno comodo agli apparati del governo locale. Non solo ma ha attaccato Ricci e i sindaci che a suo tempo hanno rivisto la loro posizione sull’aumento dei compensi agli amministratori di MMS, e si è lanciato in una lode delle discariche, necessarie, a suo dire, e in una bocciatura della raccolta differenziata basata sul porta a porta, ridicolizzandola.
I cittadini hanno perso anche questa volta perché nessun sindaco ha ripreso la posizione di Paolini, tesa a difendere gli attuali 2000 metri di distanza dalle discariche, passati a 1500 nella proposta del Piano Regionale. Invero la proposta aveva poche possibilità di passare, visto che anche lo stesso Paolini non si è affatto impegnato nel difenderla. Ma almeno non siamo scesi dai 1500 a 500 o peggio, come unico favorevole con il suo voto, ha chiesto Biancani.
Tra la destra che comanda in Regione e il Pd legato a Marche MultiServizi è in atto una lotta accanita nella quale, pur nella contesa, entrambi gli schieramenti concordano che i cittadini utenti dovranno vedere peggiorare le loro condizioni di vita. Infatti mentre il Piano Regionale dei Rifiuti riduce le distanze per la costituzione di nuove discariche, addirittura la proposta del gruppo ristretto dell’Ata, avrebbe portato a 500 metri la distanza di rifiuti pericolosi e non pericolosi. In pratica se fosse passata questa ipotesi i cittadini si sarebbero trovati i rifiuti sotto le finestre di casa.
Abbiamo assistito ad un evidente esempio di come le forze politiche, destra e Pd, non siano per nulla sensibili alle esigenze dei cittadini, che per non avere un proliferare di discariche, chiedono che si incrementi la raccolta differenziata, l’unico strumento in grado di evitare discariche e inceneritore. Invece in questi anni, nella ricerca di massimizzare i profitti, si è consentito a MMS di conferire nelle discariche esistenti in provincia, rifiuti da fuori provincia e da fuori regione, e ora si piange per la saturazione degli impianti esistenti.
Ancora una volta assistiamo ad una lotta tra poteri economico – politici sulle spalle dei cittadini, che vedranno peggiorare le loro condizioni di vita e di salute. Infatti mentre la cordata di destra, spinta da specifici interessi economici, mira all’inceneritore (e siamo curiosi di vedere dove e presso quale collettività verrà installato), il Pd col sostegno di MMS e del sindaco Gambini, spinge per nuove discariche che tuttavia nessun comune vuole sul proprio territorio. Infatti le discariche, ormai è risaputo, ammorbano l’aria, con rischi per la salute e per le coltivazioni agricole, determinano il crollo del valore delle abitazioni, pregiudicano sviluppi economici ecologicamente sani, basati sul turismo, deteriorando il paesaggio. Ma altrettanto e anche di più si può dire di un inceneritore, che renderebbe particolarmente grama la vita ai residenti delle località viciniori.
Da oltre vent’anni sosteniamo che l’unica strada nella gestione dei rifiuti risiede nella politica delle 5 ERRE, Riduzione dei Rifiuti, Riuso, Riciclo, Raccolta differenziata, Recupero. Tale politica va promossa, incentivata e perseguita. Se si fosse iniziato vent’anni fa, portando la differenziata al 90-95% non saremmo giunti a questa situazione. Così come non è tollerabile importare rifiuti da altre provincie e Regioni, saturando quelle locali per accrescere profitti e dividendi di MMS
Sinistra per Urbino si oppone alla riduzione delle distanze che la destra in Regione e il PD in provincia stanno proponendo contendendosi sui metri di riduzione. Sinistra per Urbino è contro ogni riduzione, che deve rimanere a 2000 metri. Ma in ogni caso siamo per principio contro l’ampliamento delle vecchie e l’istituzione di nuove discariche perché l’obiettivo deve mirare a rifiuti zero.
Per evitare conflitti di interesse con cordate e poteri economici, da anni Sinistra per Urbino chiede che sulla gestione dei Rifiuti, e sulla gestione dell’Acqua, come ha decretato il referendum, si passi ad un gestore pubblico. È necessaria la gestione pubblica dei rifiuti mediante la costituzione di una società interamente pubblica idonea per l’affidamento in house. Basta speculazioni sui rifiuti e sulle spalle dei cittadini!
Sinistra per Urbino
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