Cosa cambia per i finanziamenti dopo il taglio ai tassi ufficiali da parte della Banca centrale europea? Per provare a capirlo mettiamo insieme una serie di dati e considerazione sull’evoluzione in atto, a cominciare dalla prima risposta del mercato alla decisione.
Quattro tagli al costo del denaro per un ammontare dell’1%. Il 2024 va in archivio come l’anno dell’allentamento monetario nell’Eurozona. Dopo i rialzi del biennio 2021-2023, dovuti alla necessità di porre un freno all’inflazione, dall’estate in avanti l’Eurotower ha invertito la rotta, con benefici per quanti d’ora in avanti andranno a sottoscrivere un finanziamento.
I tagli e gli effetti attesi
A metà dicembre, la Banca centrale europea ha tagliato i tassi ufficiali dello 0,25%, portando il tasso sui depositi al 3%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,15% e quello sui prestiti marginali al 3,40%. Questo significa che finanziarsi diventa più conveniente che in passato, anche se il mercato in parte aveva già scontato l’ultimo taglio.
Se si guarda alle rilevazioni di Segugio.it, nel quarto trimestre il tasso medio applicato ai prestiti personali ammonta all’8,61%, oltre tre decimali in meno rispetto al primo trimestre, quando cioè non si aveva ancora un quadro chiaro di come si sarebbe evoluta la politica monetaria.
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Altri tagli in arrivo
Verosimilmente i tassi di mercato continueranno a scendere, dato che il 2025 dovrebbe essere un altro anno caratterizzato da tagli al costo del denaro. Probabilmente sin dal mese di gennaio, dato che già nell’ultima seduta si è dibattuto tra i membri dell’istituto di Francoforte se tagliare di mezzo punto o solo di un quarto. Alla fine ha prevalso la seconda opzione, ma in caso di ulteriore rallentamento dell’inflazione, appare scontato che prosegua il percorso verso il tasso considerato neutrale del 2%.
“Non è ancora missione compiuta, ma sicuramente siamo davvero sulla strada giusta per raggiungere l’obiettivo”, ha sottolineato la presidente della Bce, Christine Lagarde a margine dell’ultima riunione. La quale non ha voluto sbilanciarsi a proposito delle prossime scelte. “Le cose cambiano nel tempo, in funzione dei dati e molte situazioni si chiariranno nei prossimi mesi, non nelle prossime settimane”, ha aggiunto. Dichiarazioni che hanno deluso quanti aspettavano indicazioni di massima in merito ai prossimi mesi.
Economia in crescita lenta
L’obiettivo della Bce, fissato in termini statutari, è di impegnarsi per tenere l’inflazione in prossimità del 2%. Tuttavia, è inevitabile che uno sguardo venga dato anche all’andamento dell’economia. A questo proposito, gli economisti di Francoforte hanno rivisto al ribasso le stime di crescita, con il Pil dell’Eurozona che nell’anno che sta per finire dovrebbe far registrare un modesto +0,7% (un decimale in meno rispetto a quanto fatto segnare a settembre). Nel 2025 la progressione della ricchezza è attesa nell’ordine dell’1,1% (da +1,3% delle precedenti stime), per poi accelerare al +1,4% nel 2026 (da +1,5%).
Insomma, non proprio un ritmo di entusiasmo, tanto che potrebbe bastare poco – a cominciare da ulteriori tensioni a livello geopolitico, per rischiare di mandare l’area in recessione. Ragion per cui la politica monetaria può rivelarsi un sostegno importante alla crescita.
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Maggiore accesso ai finanziamenti
Il costo del denaro più basso offre anche un’altra opportunità, in quanto amplia la platea di quanti possono accedere a un finanziamento. Vale per le famiglie, così come per le imprese. Secondo le ultime rilevazioni di Bankitalia, a ottobre i prestiti al settore privato sono diminuiti dell’1,1% sui dodici mesi (-0,9 nel mese precedente). I prestiti alle famiglie si sono ridotti dello 0,2% sui dodici mesi (-0,4 nel mese precedente), mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 3,1% (-2,4 nel mese precedente).
C’è poi da ricordare che il prossimo anno si attenuerà la spinta proveniente dai bonus edilizi. In particolare, la manovra di Bilancio 2025 prevede una restrizione del bonus ristrutturazione dal 50 al 36%, con l’eccezione della prima casa. Né all’orizzonte sembrano profilarsi altri motori in grado di sostenere la domanda.
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