“Non capisco come ci si possa definire progressista ma non di sinistra, il posizionamento unitario internazionale è fondamentale per fare opposizione in politica estera” – L’intesa si costruisce sui contenuti – Con i “5 stelle” non c’è alcun patto d’onore – Elly Schneil ha ottenuto buoni risultati ma c’è ancora tanto da lavorare
Giorgio Gori, ci chiarisca: cosa sta succedendo tra i Riformisti del Pd e Il Movimento 5 Stelle? Dopo le dichiarazioni rilasciate a La Stampa “Se si votasse per le elezioni i 5 Stelle correrebbero da soli” e dopo la sua reazione “Conte è come Salvini, Orbǻn e Le Pen”. Non c’è pace tra gli ulivi? Anziché ridefinire l’unione sociale interna, si torna a nuovi scontri?
“Il mio commento si riferiva alle scelte di politica internazionale. Al Parlamento Europeo, sul tema fondamentale del sostegno all’Ucraina invasa dai russi, i rappresentanti del Movimento 5 Stelle votano sistematicamente con quelli dell’ultradestra. Io sono convinto che la segretaria del Pd faccia bene a perseguire “ostinatamente” l’unità tra le forze di opposizione, ma credo che l’unità richieda la condivisione di alcune scelte fondamentali. Quella del posizionamento internazionale è tra queste”.
Lei stesso, che è persona amabile e riflessiva, ha sentito il bisogno di stigmatizzare il comportamento politico dell’ex premier Conte. E’ chiaro che c’è divergenza politica, ma Conte ha detto che è progressista, quindi a fianco del Pd. Non c’è possibilità di dialogo tra Riformisti del Pd e Giuseppe Conte?
“Non ho ben capito come Conte possa definirsi “progressista” ma non “di sinistra”, peraltro aderendo in Europa ad un gruppo che si chiama “The Left”, cioè “La Sinistra”. Ma mi pare una questione secondaria. Quel che so è che la legge elettorale in vigore impone la costruzione di ampie coalizioni, e che quindi è giusto cercare il dialogo e possibilmente l’intesa. Ma l’intesa – come ho detto – si costruisce sui contenuti, non può essere solo una scelta opportunistica, o una pura somma di sigle”.
Nonostante le recenti dichiarazioni “I 5 Stelle sono un movimento progressista indipendente” e per il netto distacco da Beppe Grillo, nel Pd il dialogo continua e sembra essere sancito dal patto d’onore. “Si vota insieme”. Questo vuol dire che anche tra Riformisti del Pd e il Pd ci sono ancora argomenti da chiarire?
“Non mi pare sia stato “sancito” alcun patto d’onore. Conte sembrerebbe volersi tenere le mani libere. Ma manca ancora parecchio alle elezioni politiche. Confido che il tempo aiuti”.
Il più materialista della politica direbbe: quel che conta sono i numeri, i voti. Non c’è il pericolo che una dispersione di voti a sinistra vanifichi il lavoro rifondante di Elly Schlein?
“No, se quei voti rientrano nel perimetro di un’alleanza coesa e caratterizzata da un credibile programma di governo. Il lavoro di Elly Schlein nel frattempo ha restituito vitalità al Partito Democratico, con buoni esiti elettorali. Per diventare una credibile alternativa di governo c’è però ancora molto lavoro da fare, a mio parere”.
I puristi della politica potrebbero invece obiettare che in una democrazia che aspira alla maturità, si dovrebbe trovare dialogo proprio tra le due donne che primeggiano in Italia, la Premier Giorgia Meloni e Elly Schlein. Non le sembra che questo dialogo farebbe bene all’Italia e all’Europa con buona pace per tutti coloro che amano distruggere anziché ricostruire?
“La democrazia vive di una sana dialettica tra maggioranza e opposizione, che non ci deve quindi spaventare. Poi certo si può dialogare, e anzi in molti casi è auspicabile che accada. Non mi pare però che Meloni cerchi frequentemente il dialogo. Spesso sembra anzi cercare lo scontro, quasi ne avesse bisogno per “scaldare” il suo elettorato, a bilanciare un certo grigiore della condotta di governo”.
Gori, dall’alto della Sua politica europeista, dell’esperienza che sta maturando a Bruxelles, che ne pensa dello spot provincialotto di Grillo alla guida dell’autofunebre? Andrà lontano o si fermerà al primo incrocio?
“Io non giudico nessuno “dall’alto”. Faccio da qualche mese il parlamentare europeo e sono il primo a dover dimostrare d’essere in grado di farlo degnamente. Non so cosa farà Grillo e in ogni caso non farei previsioni a partire da quello spot. A questo giro ha perso, ma ci ha già sorpresi molte volte. Non è detto che non lo faccia ancora”.
Giorgia Meloni reggerà alle continue pressioni e all’opposizione interna degli alleati, o alla fine sarà costretta a cedere le armi sia pure con onore, a Elly Schlein e al Partito democratico?
“I continui scontri all’interno della maggioranza di governo potrebbero alla lunga logorare anche Giorgia Meloni, non possiamo escluderlo. In ogni caso il Pd e la coalizione di centrosinistra non potrà far conto solo su questo. Quando sarà il momento, la fiducia degli italiani andrà conquistata a partire dalla nostra credibilità. Ed è per questo che c’è molto da fare”.
Gianni Maria Stornello
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