Settimana d’Arte 24/51 | Cinque artisti contemporanei italiani

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I protagonisti di questa Settimana sono lo scultore Willy Verginer, che presenta opere inedite in una nuova mostra alla galleria Studio d’Arte Raffaelli di Trento, Franco Marrocco al Castello di Rocca d’Evandro, Claudio Rotta Loria alla Fondazione Filiberto e Bianca Menna, Nicola Samorì a Venezia, all’Abbazia di San Giorgio Maggiore, e infine Ezia Mitolo al Museo civico di Manduria.

Si intitola Rêverie la nuova mostra di opere inedite dello scultore di Ortisei Willy Verginer. Una parola ispirata alle atmosfere oniriche evocate dalle sue sculture in legno e in bronzo, i cui soggetti spaziano dalle figure umane, agli animali esotici o del nostro territorio, fino a figure ibride tra umano ed elementi naturali. E in tutte ritroviamo quello stacco cromatico che è divenuto il suo segno distintivo, a creare uno spaesamento nell’osservatore, capace di aprire l’orizzonte delle possibili interpretazioni e di trasportare in una dimensione surreale. Nelle sue opere ritroviamo una tecnica e una maestria radicate nell’antica tradizione gardenese nella scultura del legno, trasferite dai tradizionali soggetti sacri ad un lavoro concettuale e assolutamente contemporaneo.

Willy Verginer. Rêverie, Installation View – Studio d’Arte Raffaelli, Trento

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Il suo lavoro abbraccia tematiche legate all’ambiente e all’ecologia, e sembra metterci di fronte ad una visione dialettica tra la riaffermazione della nostra comune appartenenza ad un unico ecosistema, condiviso con gli elementi naturali e gli animali, e l’incapacità dell’uomo di trovare un equilibrio tra progresso e rispetto del mondo naturale. Scopri di più.

Franco Marrocco, Solstizio d’inverno, 2024, acrilico su tela e bronzo argentato, cm 202x170x15 (dettaglio)

Franco Marrocco, artista campano con alle spalle partecipazioni alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia, è Docente di Pittura e Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Marrocco è protagonista di una mostra al Castello medioevale di Rocca d’Evandro (CE), il borgo dov’è nato nel 1956, inaugurata sabato 21 dicembre. La mostra è stata organizzata in occasione del completamento dei lavori di restauro del Castello, e propone una ventina di opere, con una sezione dedicata ad opere che l’artista ha realizzato nel corso degli anni Ottanta, ed un secondo insieme di opere più recenti. La selezione delle opere storiche ruota attorno al grande trittico, “Sul mio cielo volano anche gli angeli” (148×480 cm) del 1986, presente in quell’anno alla XI Quadriennale di Roma. Tra le opere più recenti troviamo invece “Solstizio d’inverno“, che dà il titolo alla mostra. Scopri di più.

III. Claudio Rotta Loria alla Fondazione Filiberto e Bianca Menna

Claudio Rotta Loria, Superfici a interferenza luminosa, trittico (particolare)

Claudio Rotta Loria, nato a Torino nel 1949, è protagonista della scena artistica fin dalla fine degli anni ’60, quando si forma sulle esperienze dell’arte programmata, sviluppando una personale e rigorosa ricerca articolata in cicli paralleli di lavori fra loro collegati. Nel percorso di Rotta Loria, oltre che con la famiglia dell’arte programmata, si può riconoscere una certa vicinanza con quella del movimento passato sotto il nome di Arte Analitica, per avere da sempre prestato un’attenzione fondamentale per il metodo di creazione delle sue opere, una riflessione analitica sul fare la pittura. Caratteristica del suo lavoro sono però elementi non comuni agli altri esponenti che sono stati riconosciuti in quel filone di ricerca, a partire dall’utilizzo del rilievo. 

La Fondazione Filiberto e Bianca Menna, in collaborazione con il Lavatoio Contumaciale e il TOMAV Experience, il 20 dicembre ha inaugurato l’esposizione Ideediluce, una mostra antologica che tocca alcuni cardini della sua ricerca artistica. La mostra si apre con una serie di opere dei primi anni ’70, come Spazializzazione di forma geometrica elementare quadrata – superficie fn del 1971, e un nucleo significativo di opere del 1974, tra cui Superficie spazializzata cromoplastica Tc1 e Struttura cromoplastica fluorescente R14. In mostra anche una serie di video che documentano diversi momenti di intervento artistico di Rotta Loria. Scopri di più.

IV. Nicola Samorì all’Abbazia di San Giorgio Maggiore

Nicola Samorì, Primo Martire

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Nicola Samorì, Senza titolo, 2024 – Abbazia di San Giorgio Maggiore, Venezia © Nicola Samorì

Un’opera contemporanea per sostituire la pala d’altare di Vittore Carpaccio nella Cappella del Conclave, all’Abbazia di San Giorgio Maggiore a Venezia. Si tratta della tela raffigurante San Giorgio che uccide il drago, che è andata in prestito alla Staatsgalerie di Stoccarda per la mostra «Carpaccio, Bellini und die Frührenaissance in Venedig». L’artista contemporaneo Nicola Samorì (Forlì, 1977) è stato chiamato, dalla Comunità Benedettina di San Giorgio Maggiore, a realizzare un dipinto che sostituisca temporaneamente il capolavoro cinquecentesco.

Raffigurante il Santo Cavaliere nell’atto di annientare il drago, sulla tela di Vittore Carpaccio è accuratamente descritta, in secondo piano, una scena della lapidazione di Santo Stefano – contitolare, insieme a San Giorgio, del Monastero Benedettino. Ed è proprio il martirio di Santo Stefano che Samorì ha voluto portare in primo piano nel suo dipinto Primo Martire, “relegando” San Giorgio ad una sorta di blasone, impresso sul manto di Stefano. L’opera, inaugurata il 22 dicembre, sarà visibile fino al 9 marzo 2025 attraverso visite guidate, trovandosi nel Coro Notturno dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore, un’area privata del Monastero. Scopri di più.

V. Ezia Mitolo al Museo civico di Manduria

Fiori interiori

Ezia Mitolo • Fiori interiori, ceramica, smalti acrilici, 2023 (dettaglio)

Un dialogo tra cimeli bellici e le storie che appartengono alla Prima e alla Seconda guerra mondiale e opere d’arte contemporanea. E’ quanto propone il Museo civico di Manduria con la mostra “Pace d’Orbi d’Orbis” dell’artista pugliese Ezia Mitolo a cura di Anna D’Elia. Esposte una serie di sculture, installazioni, video e disegni, dalla sua produzione più storica, fino ad opere inedite, tra cui la grande installazione video “Tutto pace” (2022), e l’installazione luminosa e sonora di sculture cinetiche del “Giardino dei bisbigli” (2021).

Scultrice di formazione, Ezia Mitolo ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bari, come allieva di Francesco Somaini. Utilizza diverse tecniche espressive, dal disegno alla fotografia, dalla scultura alla video-performance, fino all’interazione col pubblico. E’ stata presente alla XIV Quadriennale di Roma ed è stata protagonista di diversi progetti espositivi in Italia ed anche all’estero. Scopri di più

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