Rasi al suolo anche gli ultimi bagolari di almeno 80 anni che costeggiavano la Sp Francesca nel tratto tra Cologno e Ghisalba. Uno scempio cominciato giusto due anni fa e portato a termine nel silenzio generale, il grido “Aiuto” dipinto sui tronchi da qualche attivista non ha fermato le motoseghe.
Sp Francesca, nuovi tagli
Lunedì 12 dicembre 2022 i tecnici della società specializzata che si occupa della manutenzione delle alberature lungo le strade in gestione a via Tasso, aveva ridotto in pezzi alcuni dei più imponenti esemplari di “celtis australis” rimasti in questa zona della pianura.
E giovedì 12 dicembre 2024 alcuni cittadini hanno segnalato l’abbattimento degli ultimi rimasti a ombreggiare l’arteria, una delle più trafficate della Bassa. Le ragioni addotte erano e restano piuttosto deboli: il rischio che le piante siano pericolose per le automobili che, eventualmente, dovessero uscire dalla sede stradale percorrendo il lungo rettilineo che taglia la Bassa bergamasca da ovest a est. O che possano cadere sulla carreggiata in caso di vento forte. Alla stessa stregua, qualsiasi cartello stradale, palo del telefono o traliccio dell’alta tensione, piuttosto che i lampioni a bordo strada o sulle rotatorie, ma anche un semplice caseggiato o azienda che si affacciano su numerosissime strade, anche provinciali, potrebbe rappresentare lo stesso identico rischio. Nessuno però ha mai pensato di abbatterli. La cura e la manutenzione regolare del verde poi dovrebbe scongiurare la caduta di rami o frasche o tronchi malati o morti, altrimenti i centri cittadini dovrebbero vedersi spogliare di tutti i giardini pubblici e dei viali alberati.
Allora come oggi né i Comuni né altri enti interessati hanno sollevato alcuna obiezione, poiché altri alberi saranno ripiantati altrove, pare di capire. Peccato che ci vorranno decenni prima che gli alberelli che saranno messi a dimora da qualche parte, sempre che sopravvivano, siano in grado di sostituire i giganti abbattuti sulla Francesca, in termini per esempio di anidride carbonica assorbita o di capacità di frangere il vento che, in una pianura ridotta a tavola di biliardo assume spesso la veste di bufera, oltre che di spezzare l’orizzonte disegnando il paesaggio. Fa specie che la stessa solerzia non si presti per la sicurezza dei ciclisti e dei pedoni, per la buona conservazione del manto stradale, ancora al di là dall’essere in perfette condizioni o per l’illuminazione lungo tutto l’asse. Ancora una volta nessun coinvolgimento delle associazioni ambientaliste, che hanno appreso con stupore e rammarico della perdita dell’ultima manciata di bagolari sulla Francesca.
Legambiente: “Sicurezza non è abbattere alberi ma realizzare piste ciclabili, rallenta traffico, semafori intelligenti”
“Già due anni fa avevamo espresso le nostre perplessità – ha fatto sapere il presidente del circolo di Legambiente “Agorà” Claudio Ghidoni – La motivazione addotta dalla Provincia è quella di aumentare la sicurezza stradale in caso di fuoriuscita dalla carreggiata da parte delle automobili e dei mezzi pesanti. A sostegno di questa tesi, la Provincia adduce una normativa legislativa che vieta la piantumazione a meno di sei metri dalla carreggiata della strada. Questo vale però per gli alberi di nuova piantumazione e non per quelli preesistenti. Ribadiamo nuovamente che la messa in sicurezza della strada Francesca non transita dall’abbattimento delle piante che riducono la temperatura dell’asfalto d’estate, ripuliscono l’aria dall’inquinamento, rallentano la velocità al suolo di caduta dell’acqua, facilitano la nidificazione degli uccelli migratori. Sono in pratica un presidio di tutela della biodiversità e contro i cambiamenti climatici, temi tanto sbandierati a parole quanto poi disattesi nei fatti come questi abbattimenti dimostrano. È stato l’ennesimo errore ambientale compiuto”.
Poi una richiesta.
“Chiediamo che la Provincia riqualifichi la Francesca, realizzi le piste ciclabili e i rallenta traffico, installi i semafori intelligenti – ha concluso – Chiediamo che per ogni pianta tagliata ne vengano piantate altre 50 lungo il percorso della strada nell’alveo della riqualificazione complessiva, sebbene nulla ci potrà restituire questi maestosi e quasi centenari falcidiati senza alcuna valutazione alternativa. Urge aumentare la superficie boscosa della nostra Provincia, mettere in sicurezza il territorio, aumentare la superficie verde considerandola come spazio occupato e non libero. Nei prossimi giorni formalizzeremo una richiesta di incontro al presidente Pasquale Gandolfi, per rappresentare il disagio dei cittadini nel convivere con una strada ad elevato traffico”.
Fare Verde Bergamo: “Ci mettiamo a disposizione dei cittadini per valutare problemi di ordine ambientale”
Dura anche «Fare Verde Bergamo».
“Un taglio di quel tipo di alberi dovrebbe passare almeno per il parere della Soprintendenza perché solo essa può valutare adeguatamente l’impatto paesaggistico – ha fatto sapere il presidente Elvio Valerio De Matteis – Inoltre dovrebbero essere forniti un piano alternativo e uno di ripristino”.
Infine un appello.
“Ci mettiamo a disposizione per valutare problemi di ordine ambientale fra cui le imposizioni da parte di Provincia e Regione di attività che peggiorano la godibilità e la stabilità ambientale dei loro territori a patto che ci avvisino con congruo anticipo scrivendo all’indirizzo di posta elettronica fareverdebergamo@gmail.com. Abbiamo un ufficio tecnico e un’avvocatura nazionale a cui inoltreremo le richieste”.
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