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“A Torino l’idrogeno avanza”. Così titolava la rivista specializzata “Autotecnica” nel mese di dicembre, riferendosi alle attività della Dumarey,

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fiore all’occhiello del tessuto automotive torinese per le attività di ricerca e sviluppo in ambito motoristico, con sede di corso Castelfidardo, nella cittadella Politecnica di Torino. Per capire le prospettive della propulsione ad idrogeno, hanno intervistato l’ingegner Gianmarco Boretto, nichelinese, che è attualmente Director Hardware Engineering di Dumarey. L’ing. Boretto ha maturato una rilevante esperienza nel settore prima al Centro Ricerche Fiat, poi nella Joint Venture Fiat-GM Powertrain e – dal 2005 al 2020 – presso la General Motors Global Propulsion Systems, la realtà da cui è appunto nata l’attuale Dumarey. Anche noi gli abbiamo posto alcune domande, proprio su questo tema.

 

Può l’idrogeno essere un’alternativa ai veicoli elettrici, per una mobilità sostenibile a zero emissioni?

L’idrogeno (H2) può essere ottenuto dall’elettrolisi dell’acqua (H2O), cioè separandolo dall’ossigeno utilizzando energia elettrica. Se questa energia proviene da fonti rinnovabili (ad esempio, dal solare, eolico o idroelettrico), l’idrogeno è effettivamente un vettore energetico a zero emissioni di anidride carbonica, e può essere impiegato in modo efficace anche per la mobilità. È importante sottolineare che ha senso utilizzarlo non tanto sulle automobili, dove la propulsione elettrica è la soluzione più pratica ed efficiente, ma soprattutto sui veicoli commerciali e pesanti. In questi casi, il peso elevato delle batterie, il loro costo e i tempi di ricarica rendono l’idrogeno un’alternativa interessante. Per esempio, nei veicoli commerciali pesanti, come autobus e camion, lo spazio per serbatoi di stoccaggio capienti può essere ricavato senza eccessivi compromessi, e la rete di stazioni di rifornimento ogni 200 km lungo le principali dorsali di comunicazione autostradale, prevista dall’Unione Europea entro il 2030, favorirà la diffusione dell’alimentazione a idrogeno su questi mezzi. I tempi di rifornimento sono dell’ordine di qualche minuto, comparabili a quelli dei veicoli a gasolio, molto più rapidi delle ricariche elettriche.

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 Come viene utilizzato l’idrogeno a bordo dei veicoli?
L’idrogeno deve essere immagazzinato in bombole a 700 bar, un livello di pressione molto elevato che garantisce una densità energetica sufficiente per un’autonomia accettabile. Non ci sono problemi di sicurezza significativi, grazie ai progressi tecnologici nei materiali e nei sistemi di stoccaggio. L’idrogeno può essere utilizzato sia come combustibile nei motori a scoppio, sia nelle celle a combustibile (o “Fuel Cell”, in inglese). Nei motori a scoppio, l’idrogeno viene miscelato con l’aria e bruciato per generare energia meccanica, simile a quanto avviene con i motori a benzina o diesel. Le celle a combustibile, invece, convertono l’idrogeno direttamente in elettricità attraverso una reazione elettrochimica con l’ossigeno, producendo acqua come sottoprodotto. Le celle a combustibile sono più efficienti e silenziose rispetto ai motori a combustione interna e sono particolarmente adatte per applicazioni stazionarie e per estendere l’autonomia dei veicoli elettrici.

Quali sono le attività di ricerca e sviluppo che vengono eseguite a Torino?
Alla Dumarey di Torino abbiamo sviluppato un motore V8 ad idrogeno, partendo dal motore 6.6 litri V8 diesel di General Motors. Questo motore è stato adattato per funzionare con idrogeno, sfruttando le caratteristiche di alta efficienza e basse emissioni di questo vettore energetico. Inoltre, i laboratori di prova della Dumarey sono stati adeguati per utilizzare l’idrogeno anche per le celle a combustibile. Attualmente, quattro delle diciannove sale prova del centro di ingegneria sono dedicate ai test su motori alimentati a idrogeno e una alle celle a combustibile. Questi laboratori sono stati attrezzati per garantire la massima sicurezza ed un elevata efficienza dei test. La Dumarey sta anche collaborando con General Motors nello sviluppo delle loro Fuel Cell, promuovendone l’utilizzo sul mercato europeo. Queste attività di ricerca e sviluppo sono fondamentali per consolidare la posizione di Torino come centro di eccellenza nell’innovazione tecnologica per la mobilità sostenibile.

La diffusione della propulsione ad idrogeno, come per quella elettrica, dipenderà dalla sua effettiva convenienza per l’utente finale, ma le attività di ricerca e sviluppo in corso a Torino stanno contribuendo in modo significativo a rendere possibile questa potenziale rivoluzione tecnologica.

Nella foto Il motore ad Idrogeno sviluppato alla Dumarey di Torino

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