L’Albania blocca l’accesso a TikTok per un anno in tutto il Paese: «Sta prendendo in ostaggio i nostri figli»

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Lo ha annunciato il premier Edi Rama e rientra in un pacchetto di misure che hanno l’obiettivo di rafforzare la sicurezza dei bambini nelle scuole

L’Albania anticipa gli Stati Uniti e decide di bloccare l’accesso a TikTok in tutto il Paese, almeno per un anno. Mentre si attende il 19 gennaio per capire cosa succederà dall’altra parte dell’Atlantico e se davvero l’app di proprietà della società cinese ByteDance verrà bandita e vietata a 170 milioni di utenti statunitensi per questioni di sicurezza nazionale, il governo albanese annuncia la stessa mossa con diverse motivazioni. «Sta prendendo in ostaggio i nostri figli», dichiara il premier Edi Rama commentando il pacchetto di misure, tra cui questa, che hanno l’obiettivo di rafforzare la sicurezza dei bambini nelle scuole. E ha paragonato poi la piattaforma al «farabutto del quartiere di cui i genitori temono la compagnia per i propri bambini, ma che riesce sempre ad essere il personaggio più attraente dell’infanzia». Il blocco dovrebbe essere messo in azione nelle prime settimane del 2025.

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«In un momento in cui le sfide tecnologiche sono inevitabili, la sicurezza fisica e digitale è una priorità», ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Ogerta Manastirliu. All’origine della decisione di vietare TikTok c’è un episodio che ha scosso molto l’opinione pubblica. A Tirana il 14enne Martin Cani è stato ucciso a coltellate da un suo compagno, a pochi metri dalla scuola che entrambi frequentavano. La lite sarebbe scoppiata proprio su TikTok. Subito dopo, spinto anche dalle richieste dei cittadini, il governo ha avviato un giro di consultazioni che ha coinvolto in particolare insegnanti e genitori. «Oltre il 90 per cento ha chiesto la chiusura di TikTok», ha aggiunto Manastirliu. 




















































L’unico Paese ad oggi che ha vietato completamente TikTok a tutti i cittadini è l’India. Il blocco risale al 2020 – oltre al social sono state proibite altre 58 applicazioni cinesi, tra cui WeChat e Weibo – e anche qui la motivazione è stata quella della sicurezza nazionale. La notizia era stata clamorosa: ai tempi in India TikTok contava 200 milioni di utenti attivi mensilmente, ovvero la community più grande al mondo. Negli Stati Uniti invece ne conta oltre 170 milioni e qui si è in attesa di vedere cosa succederà il prossimo 19 gennaio, quando scadono i termini per l’applicazione della legge firmata dall’ormai ex presidente Joe Biden lo scorso aprile. La legge mette al bando TikTok a meno che non venga venduta a una società americana. Non è servito il ricorso della società alla Corte d’appello – è stato respinto – mentre si è in attesa di ascoltare il verdetto della Corte Suprema, l’ultima possibile chance per abrogare o modificare la legge. C’è un’altra opzione: Trump potrebbe decidere di intervenire. Dopo un incontro con il Ceo Shou Zi Chew ha dichiarato che il social «ha un posto caldo» nel suo cuore, facendo intendere che potrebbe aver cambiato idea circa la pericolosità per la sicurezza nazionale della piattaforma. Tanti Paesi, tra cui gli stessi Stati Uniti, hanno deciso di vietare l’installazione dell’app sui telefoni aziendali dei dipendenti pubblici. Tra questi la Francia, la Gran Bretagna, la Nuova Zelanda e il Canada. Anche l’Unione europea lo ha consigliato. 

Sia nel caso dell’Albania sia nel caso degli Stati Uniti, rimane aperta la questione su come effettivamente applicare il divieto a livello tecnico. La via più semplice sarebbe quella di ordinare a Apple e Google di eliminare l’app dai rispettivi Store. In questo modo sarebbe impossibile scaricare TikTok, ma chi ha già l’app installata sul telefono potrebbe continuare ad usarla (ma non potrebbe più aggiornarla). Ci sono comunque diversi metodi per aggirare questo tipo di blocco. Per renderlo davvero efficace Apple e Google dovrebbero inviare sugli smartphone con i rispettivi sistemi operativi un aggiornamento che impedisca il funzionamento dell’app. In India, ad esempio, il ban è ancora oggi aggirabile utilizzando una Vpn, una rete privata virtuale.

21 dicembre 2024 ( modifica il 21 dicembre 2024 | 17:10)

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