«Salverà quaranta condannati a morte»

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Dopo aver dato 1.500 perdoni presidenziali, ora Joe Biden, prima di lasciare la Casa Bianca, si prepara a commutare la pena di morte a quasi tutti i 40 detenuti delle prigioni federali. Si tratta di un altro segnale molto forte contro Donald Trump che, se dovesse comportarsi come nel suo primo mandato, potrebbe far eseguire tutte le pene di morte in modo molto rapido. Secondo quanto scrive la stampa americana, Biden, cattolico praticante, è stato sollecitato a intraprendere questa iniziativa da un’ampia coalizione di gruppi religiosi e per i diritti civili, soprattutto dopo che Papa Francesco, nel suo discorso settimanale, ha pregato per la commutazione delle pene dei detenuti condannati negli Stati Uniti. Inoltre, giovedì scorso, Biden ha avuto un colloquio telefonico con Papa Francesco e ha in programma di incontrarlo a gennaio in Vaticano, come ha fatto sapere la Casa Bianca: prima di lasciare la guida degli Stati Uniti il prossimo 19 gennaio, Biden farà il suo ultimo viaggio internazionale da presidente proprio in Italia tra il 9 e il 12 gennaio. Oltre al Papa, incontrerà il presidente Sergio Mattarella e il primo ministro Giorgia Meloni. Tornando alle condanne a morte, bisogna ricordare che se venissero commutate, i prigionieri, tutti in carcere per omicidio, sconterebbero l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.

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Stati Uniti, 40 condanne a morte forse commutate da Biden: la mossa anti-Trump dopo l’appello del Papa

IL PIANO

Secondo alcune fonti, la decisione del presidente potrebbe essere annunciata entro Natale, anche se un portavoce della Casa Bianca ha detto che per ora non è stata fatta alcuna scelta. Il dilemma principale riguarda se emettere una commutazione generale per tutti i condannati o mantenere le pene di morte per i crimini più gravi. Nelle settimane passate, il segretario alla Giustizia Merrick Garland, che è anche il responsabile delle carceri federali, ha raccomandato a Biden di commutare tutte le condanne tranne alcune eccezioni, principalmente nei casi di terrorismo e crimini d’odio, sempre secondo alcune fonti anonime citate dalla stampa americana. Tra le possibili eccezioni ci sono Dzhokhar Tsarnaev, condannato per l’attentato alla Maratona di Boston del 2013 che causò tre morti e oltre 250 feriti. Ci sono anche due estremisti di destra e suprematisti bianchi: Robert Bowers, responsabile dell’attacco alla sinagoga Tree of Life di Pittsburgh nel 2018 che provocò la morte di 11 persone; e Dylann Roof, che nel 2015 uccise nove persone nella Chiesa Emanuel African Methodist Episcopal di Charleston, in South Carolina. C’è infine un caso ancora aperto, per il quale il dipartimento di Giustizia chiede la pena di morte per un altro estremista di destra: si tratta di Payton Gendron, accusato della sparatoria di massa del 2022 a Buffalo, New York. Gendron sta già scontando una condanna all’ergastolo dopo essersi dichiarato colpevole delle accuse di omicidio statale, la pena più severa prevista dalla legge dello stato di New York, che non prevede la pena di morte. Tra coloro che potrebbero essere graziati ci sono un ex marine che uccise due ragazze e successivamente un’ufficiale navale donna, e un uomo di Las Vegas condannato per il rapimento e l’uccisione di una ragazza di 12 anni.

LA REAZIONE

I repubblicani hanno espresso forte dissenso riguardo alla possibilità di una commutazione. «Significherebbe che la politica progressista ha più importanza per il presidente rispetto alle vite tolte da questi assassini», ha dichiarato Mitch McConnell, leader della minoranza repubblicana al Senato. Durante la sua campagna elettorale del 2020, quella in cui vinse contro Donald Trump, Biden aveva incluso tra i suoi impegni l’abolizione della pena di morte federale, e nel corso del suo mandato non sono state fatte esecuzioni. Nel luglio 2021, Garland ha imposto una moratoria sulle esecuzioni per rivedere le politiche e le procedure relative alla pena capitale, in particolare quelle introdotte durante l’amministrazione Trump che acceleravano l’imposizione della pena di morte. Il Dipartimento di Giustizia non ha fornito aggiornamenti sullo stato della revisione, ma ha dichiarato in un recente documento giudiziario che si prevede sarà completata entro marzo, quando Trump sarà già alla Casa Bianca.

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