Pensione anticipata contributiva a 64 anni, cambiano le regole dal 2025

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Cambiano i requisiti per la pensione anticipata contributiva, la misura che consente ai cosiddetti contributivi puri (ossia a coloro che non hanno contributi versati prima dell’1 gennaio 1996) di smettere di lavorare con tre anni di anticipo rispetto a quanto richiesto per la pensione di vecchiaia.

Dopo le modifiche apportate con la scorsa manovra, in legge di Bilancio 2025 arriva una vera e propria riforma della pensione anticipata contributiva.

Le modifiche si muovono in due direzioni opposte: da una parte l’accesso a questa misura viene reso più semplice grazie alla possibilità di considerare anche la rendita garantita da un fondo pensione ai fini del raggiungimento della soglia minima prevista. Dall’altra, invece, viene aumentato il numero di contributi richiesti per accedervi, con la prospettiva poi di un ulteriore incremento nel 2030.

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Per chi conta di andare in pensione nel 2025 con questa misura, quindi, ci sono diverse modifiche da segnalare. Vediamo quali sono, in quella che a oggi è una delle misure che consente di anticipare il pensionamento per un maggior numero di anni.

Chi sono i contributivi puri

Possono ricorrere a questa opzione coloro che rientrano interamente nel sistema contributivo. Per capire, basta prendere come riferimento la data del 1° gennaio 1996: è qui che la cosiddetta Legge Dini ha deciso in favore di un passaggio dal sistema retributivo al contributivo.

Oggi chi ha contributi accreditati in entrambi i periodi rientra nel cosiddetto sistema misto: una parte con il retributivo e l’altra con il contributivo. Solo chi ha un’anzianità assicurativa successiva al 1° gennaio 1996, invece, rientra interamente nel sistema contributivo e dunque può accedere sia all’opzione contributiva della pensione di vecchiaia che di quella anticipata.

Sono considerati contributivi puri, e quindi possono accedere alla pensione anticipata in oggetto, anche coloro che approfittano del computo della Gestione separata con cui l’assegno viene calcolato interamente con il contributivo anche per la parte di contributi versati prima dell’1° gennaio 1996.

Requisiti

Sono diverse le misure di flessibilità che consentono di andare in pensione all’età di 64 anni. La più importante è senza dubbio quella a cui è dedicata questa guida, ossia l’opzione contributiva della pensione anticipata.

Come anticipato la pensione anticipata contributiva prevede sia un requisito anagrafico che contributivo. Nel dettaglio, questa può essere richiesta da coloro che:

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  • hanno compiuto 64 anni di età. Questo requisito viene adeguato ogni due anni alla variazione – se positiva – delle speranze di vita. Nel 2025, nonostante fosse in programma l’adeguamento, il requisito anagrafico resta invariato in quanto le speranze di vita a causa del Covid sono crollate;
  • hanno un’anzianità contributiva pari a 25 anni, mentre dal 2030 il limite salirà a 30 anni. Va detto che fino al 2024 erano sufficienti 20 anni di contributi per accedere a questa misura, ma come anticipato la legge di Bilancio 2025 ha provveduto a incrementarlo. .

A tal proposito è importante specificare che nei 25 anni di contributi si considerano solamente quelli effettivi, versati quindi dal datore di lavoro o dallo stesso lavoratore (se autonomo). Non hanno valore per la pensione, quindi, i contributi figurativi riconosciuti dall’Inps per i periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.

Requisito economico

Ma non è tutto: per aderire alla pensione anticipata contributiva c’è un requisito economico. È infatti necessario che l’ammontare della prima rata della pensione – calcolata quindi con sistema contributivo – risulti superiore a:

  • 3 volte il valore dell’Assegno sociale (3,2 volte a partire dal 2030);
  • per le donne con 1 figlio, invece, è sufficiente raggiungere la soglia pari a 2,8 volte il valore dell’Assegno sociale;
  • per le donne con almeno 2 figli scende a 2,6 volte il valore dell’Assegno sociale.

Di fatto, generalmente diventa più complicato accedere alla pensione anticipata a 64 anni in quanto è richiesto un assegno sempre più alto, anche perché bisogna considerare che a gennaio il valore dell’assegno sociale crescerà ancora per effetto della rivalutazione. Secondo le stime dovrebbe arrivare a circa 538,68 euro: il che significa che per accedervi bisognerà aver raggiunto un assegno annuo lordo di almeno 21.008,52 euro.

Per le donne con 1 figlio, invece, l’importo da raggiungere sarebbe pari a 19.607,95 euro, mentre nel caso di almeno 2 figli si scende a 18.207,38 euro. Tutte le cifre vanno considerate al lordo: è bene sottolineare che si tratta solamente di importi stimati, in quanto il valore definitivo dell’assegno sociale sarà noto solamente dopo che l’Istat ufficializzerà il tasso di rivalutazione.

Quanto bisogna guadagnare per andare in pensione a 64 anni

A tal proposito è importante ricordare come si calcola l’assegno previdenziale per le pensioni che rientrano nel sistema contributivo. Nel dettaglio, il montante contributivo del richiedente va moltiplicato per il coefficiente di trasformazione, variabile a seconda dell’età del lavoratore e della data in cui si va in pensione.

I coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione sono stati aggiornati per il 2025 (e restano validi anche per il 2026) e vista la ripresa delle aspettative di vita rilevato dall’Istat sono diventati meno vantaggiosi per il lavoratore.

Per chi smette di lavorare a 64 anni il montante contributivo si trasforma in pensione applicando un coefficiente del 5,088%. Ne risulta che per arrivare a una pensione annua di 21.008,52, che dovrebbe essere il minimo richiesto per l’accesso alla pensione per uomini e donne senza figli (quindi 3 volte il trattamento minimo) bisognerà aver maturato un montante contributivo vicino ai 412.903 euro.

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Considerando come si accumula il montante contributivo, ne risulta che in 25 anni di lavoro si può arrivare a una tale cifra con uno stipendio medio annuo di circa 50 mila euro lordi, circa 3.846 euro (o poco più) netti al mese.

Quanto spetta

Con la legge di Bilancio dello scorso anno è stata inoltre introdotta un’ulteriore limitazione per la pensione anticipata contributiva: viene stabilito, infatti, che tra i 64 e i 67 anni l’importo dell’assegno non può comunque superare di 5 volte il trattamento minimo.

L’importo stimato per il 2025 è pari a circa 603,39 euro: il che significa che il massimo dell’importo percepibile è di 3.015 euro.



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