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Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti spiegano i dettagli della sesta edizione del più grande evento italiano del settore.«L’AI? La spieghiamo semplice»
Dalla valle dei dinosauri alle “magie” dell’intelligenza artificiale il passo è lungo circa 70 milioni di anni. Siamo a poca distanza dalle piste segnate dalle enormi impronte cretacee nella cava Pontrelli e proprio qui da Altamura è partito in questi anni un progetto “rivoluzionario” che fa scoprire e spiega i prodigi di un’innovazione sui cui si lavorava da tempo, ma che grazie al lancio di ChatGPT ha raggiunto il grande pubblico.
È partita da Altamura per approdare nel 2025 a FieraMilano (13-14 maggio prossimi) una kermesse capace di imporsi all’attenzione europea e non solo. È, infatti, ad Altamura, che viene concepito “AI Week, il più grande evento in Italia sull’intelligenza artificiale”, giunto alla sesta edizione.
Un progetto che ha due padri, Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, vulcanici e tenaci figli della “Leonessa di Puglia”, Altamura, che continua a sfornare menti vivaci e innovative.
Siamo in quella che ormai è riconosciuta come “Murgia Valley”, per la presenza di aziende e competenze tecnologicamente all’avanguardia, come Macnil e The Digital Box, dove anche Fiore e Viscanti, hanno maturato esperienze mentre si laureavano in Economia. Oggi “AI Week” è un evento consolidato organizzato da “IA, l’Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice” (e che non vi capiti mai di dire facile in luogo di semplice perché vi sarete assicurati il rimbrotto dei due artefici dell’evento), un punto cardinale per chi vuole orientarsi nel complesso mondo dell’Intelligenza Artificiale.
Quella di FieraMilano a Rho non è stata una scelta… facile, ma obbligata. L’evento sviluppa volumi di presenze impressionanti. Le ultime due edizioni si sono svolte nel Palacongressi di Rimini, che oggi risulta insufficiente a contenere plenarie e workshop. «Abbiamo sempre creduto in questo nostro progetto – racconta Giacinto Fiore – ma non sarei sincero se dicessi che avevamo previsto un’adesione così esplosiva. L’interesse per l’AI ha travolto anche noi, soprattutto se si considera che la prima vera edizione, per come la intendiamo noi, in presenza, è stata quella del 2023».
Un’edizione, la quarta, di tutto rispetto con 1.600 partecipanti e 120 sponsor. «Nei tre anni precedenti, dal 2020 al 2022, abbiamo dato vita – incalza Pasquale Viscanti – a edizioni online a causa del Covid. In realtà, nel 2020 eravamo pronti con la prima edizione programmata per maggio e con la vendita di biglietti online, ma, come ricordiamo tutti, il 10 marzo il primo ministro Conte chiuse l’Italia per quell’emergenza». L’intesa tra Fiore e Viscanti è perfetta. La sovrapposizione totale del sentire e dell’agire è la formula di questo successo. Ogni attività si articola con l’obiettivo di divulgare i contenuti di una materia che, ancora per tanti, si dimena tra percezione magica e diffidenza generata dalla mancata conoscenza. «Abbiamo avvertito il bisogno di far comprendere – sostiene Giacinto – opportunità e minacce dell’AI. Quindi la spieghiamo con la collaborazione di accademici, imprenditori e manager sulla nostra piattaforma, miscelando teoria, pratica ed esperienze».
La piattaforma e app cui si riferisce è l’”AI Play”, nata nel 2021, unanimemente riconosciuta come la Netflix dell’intelligenza artificiale: Academy, Creativity, Ecommerce, AgriFood Tech sono i macrosettori su cui si articolano i videopodcast che hanno corsi tematici su programmi e laboratori. «Il podcast è uno dei quattro strumenti che utilizziamo – aggiunge Pasquale – insieme alla nostra newsletter settimanale con oltre 50mila iscritti, ai webinar e, naturalmente, agli eventi. Fatemi precisare che molte nostre iniziative sono gratuite perché il nostro obiettivo è quello di rimanere divulgatori e di essere acceleratori di conoscenza per imprenditori e manager. Un’azienda che utilizza l’intelligenza artificiale sfrutta fino a 40 volte in più il suo potenziale. Più in fretta lo si comprende più facilmente si diventerà competitivi. Il che rappresenta un’opportunità soprattutto al Sud».
Ma come ogni avventura vera e di successo ci sono state molte tappe prima di mettere a segno il progetto. Osservando Giacinto e Pasquale, in queste sfide per realizzare il loro sogno, il pensiero va al duo Sinner-Berrettini, in un’analogia solo apparentemente ardua: tenaci e sognatori non si sono fermati davanti alle difficoltà e al rifiuto di sostenere il progetto da parte di alcune banche nazionali. Hanno trovato una sponda, invece, in una banca di credito cooperativo locale che li ha sostenuti quando erano ancora una start up. Storie vissute che, una volta di più, danno la misura di come non solo le idee, ma anche le relazioni abbiano sempre un ruolo determinante nel successo di un’iniziativa. «Abbiamo trovato un interlocutore – dice Giacinto – che abbiamo sentito come parte del nostro progetto. Vito Tragni, che all’epoca lavorava in quella banca, ci ha seguiti come se facesse parte del nostro gruppo e ha creduto nella nostra idea. Se oggi siamo arrivati fin qui è certamente anche merito suo».
La loro squadra è costituita da meno di dieci persone che a vario titolo si occupano della gestione aziendale e della costruzione delle attività: il clima che si respira entrando in azienda è di intesa e complicità. Si coglie al volo l’espressione di chi sente di essere parte di una squadra che sta realizzando qualcosa che ha un interesse generale in un passaggio epocale della nostra società. È la ragione per cui stentano a considerarsi un’azienda, ma sentono di essere il vertice di una community di 50 mila persone che, a vario titolo, si sta misurando con la quarta rivoluzione industriale attraverso i loro canali.
Su queste basi si poggia l’evento che a maggio farà confluire a FieraMilano oltre 15 mila persone in due giorni. Due sale plenarie (una ispirazionale e una tecnologica) per complessivi 2700 posti, 6 sale da 250 sedute per i workshop, corner stand up, 50 postazioni di networking, aree relax e area sponsor: AI Week è certamente il più grande evento italiano, ma è anche uno tra i più significativi al mondo.
Le iscrizioni, a cinque mesi dell’evento, sono già duemila e piovono da ogni continente, così com’era già avvenuto l’anno scorso a Rimini. E se nell’edizione 2024 tra le celebrità del settore il nome di riferimento è stato quello Abran Maldonado, ambassador di OpenAI, quest’anno gli speaker speciali abbondano. Il primo è Zack Kass, già responsabile delle strategie Go-To-Market di OpenAI e consulente sull’AI di Coca-Cola, Boeing e Casa Bianca. Il secondo è Rory Flynn, un’autorità in fatto di Midjourney, il programma di Intelligenza Artificiale che genera immagini da descrizioni testuali.
A loro si deve aggiungere Alec Ross, autore statunitense, imprenditore, raffinato conoscitore di politiche tecnologiche e docente della Business School di Bologna. I suoi libri sono stati tradotti in 24 lingue in 5 continenti. Il poker d’assi si chiude con Paolo Ardoino, Ceo di Tether, la società che nel 2014 ha inventato il concetto di Stablecoin, la criptovaluta agganciata al prezzo di una valuta nazionale o di una merce.
Quella di Giacinto e Pasquale è una bella storia. La storia di un Sud capace, determinato, visionario. «Per favore ditelo chiaramente – concludono all’unisono Giacinto e Pasquale – che AI Week è un progetto che nasce da e nel Mezzogiorno. Noi siamo in giro in Italia e all’estero ogni settimana e lo ripetiamo ovunque, rivendicando il nostro orgoglio di meridionali. Senza retorica, ma con schiettezza. E sogniamo di poterne fare prima o poi un’edizione al Sud». Già.
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