Nicolas Sarkozy condannato a tre anni, di cui uno con braccialetto elettronico, per corruzione e traffico di influenze

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Per la prima volta,  un ex presidente francese viene condannato in via definitiva a una misura che ne limita la libertà

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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI – La Corte di cassazione francese ha emesso la sua sentenza nel processo a carico dell’ex presidente Nicolas Sarkozy per il caso Paul Bismuth. L’alta corte ha respinto il ricorso di Sarkozy, che è stato quindi condannato in via definitiva per corruzione a tre anni di reclusione, di cui uno sotto controllo del braccialetto elettronico. 

La sentenza, a cui si aggiungono tre anni di ineleggibilità, verrà eseguita nelle prossime settimane: Nicolas Sarkozy sarà convocato entro un mese a comparire davanti a un giudice dell’applicazione della pena, che stabilirà i termini e le condizioni del braccialetto elettronico, poi montato in un secondo momento. La difesa di Nicolas Sarkozy, che compirà 70 anni il 28 gennaio, potrebbe però richiedere immediatamente la liberazione condizionale, come previsto dalla legge per le persone di 70 anni. Tuttavia, la decisione di concedere o meno la libertà condizionale spetterà al giudice.




















































Il suo avvocato, Patrice Spinosi, ha dichiarato in un comunicato che il suo cliente «ovviamente rispetterà la pena inflitta», ma che «nelle prossime settimane si rivolgerà alla Corte europea dei diritti dell’uomo per ottenere il rispetto dei diritti che i giudici francesi gli hanno negato». «Per la prima volta in Francia, una persona è stata condannata penalmente solo sulla base di osservazioni ascoltate per caso mentre parlava con il suo avvocato», ha dichiarato l’avvocato.

Nel caso Bismuth, l’ex capo di Stato era stato condannato in appello il 17 maggio 2023 per aver stretto nel 2014 un «patto di corruzione» con Gilbert Azibert, giudice anziano della Corte di Cassazione, insieme al suo storico avvocato Thierry Herzog, per fargli passare informazioni e cercare di influenzare un ricorso presentato da Nicolas Sarkozy nel caso Bettencourt, un’altra delle numerose procedure giudiziarie che vedono coinvolto Sarkozy. Tutti e tre gli uomini – il giudice Azibert, l’avvocato Herzog e l’ex presidente Sarkozy – hanno ricevuto la stessa condanna, con il divieto per l’avvocato di indossare la toga per tre anni.

Sarkozy ha reagito pochi minuti dopo l’annuncio della sentenza con un lungo post su X. «Sono appena stato condannato per un cosiddetto patto di corruzione con una persona – il giudice Azibert – con cui non ho mai parlato, e senza alcuna contropartita, finanziaria o di altro tipo. Sono accusato di aver pensato di aiutare una candidatura (quella di Azibert alla corte del Principato di Monaco, ndr) che non è stata mai stata formulata, attraverso un intervento che non è mai stato fatto, in cambio di un servizio che non è mai stato richiesto o reso! Come ho sempre fatto in questi 12 lunghi anni di vessazioni legali, mi assumerò le mie responsabilità e ne affronterò tutte le conseguenze. Non ho intenzione di lamentarmi. So bene che la vita mi ha favorito in molti modi, ma non sono disposto ad accettare la profonda ingiustizia che mi è stata fatta. I miei diritti di persona soggetta alla legge sono stati violati, sia in base alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che a quella del Consiglio costituzionale. Il ricorso che sto presentando alla Corte europea potrebbe purtroppo portare alla condanna della Francia. Questo si sarebbe potuto evitare se avessi beneficiato di un esame giuridico serena. Devo forse pensare che il mio passato ruolo politico e l’opposizione che ho suscitato abbiano creato il clima corporativo e politico che ha portato a questa decisione? Voglio ribadire la mia totale innocenza e rimango convinto delle mie ragioni. La mia determinazione è totale, in questa come in altre questioni. Alla fine, la verità trionferà. Quando succederà, tutti dovranno rendere conto al popolo francese. NS».

Per il giornalista di Mediapart Fabrice Arfi, che segue da anni le vicissitudini giudiziarie di Sakorzy e ha contribuito ad alimentarle con le sue rivelazioni, questa condanna è «storica». «Per la prima volta un Presidente della Repubblica è stato condannato per un reato di corruzione – ha detto Arfi a France Info -. La condanna è tanto più storica perché la sentenza è ormai definitiva e Sarkozy dovrà sopportare gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico».

La condanna arriva a pochi giorni dall’inizio di un altro processo: Sarkozy dovrà comparire in tribunale a Parigi dal 6 gennaio per i sospetti di finanziamento libico della sua campagna presidenziale del 2007. Rischia dieci anni di reclusione e cinque di ineleggibilità per corruzione passiva, finanziamento illegale della campagna elettorale, associazione a delinquere e occultamento di appropriazione indebita di fondi pubblici libici. 

Sempre nel 2025, la Corte di Cassazione dovrà pronunciarsi sul ricorso dell’ex presidente contro la sua condanna a un anno di reclusione, di cui sei mesi di carcere, nel caso Bygmalion relativo alle spese eccessive della sua campagna presidenziale del 2012.

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18 dicembre 2024 ( modifica il 18 dicembre 2024 | 17:27)

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